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17 mar 2011

«Italiani, via subito dalle zone colpite» Tokyo rischia il black out totale




GIAPPONE, ALLARME NELLA CAPITALE: FA FREDDO, CONSUMI ALLE STELLE

L'ambasciata invita «vivamente» i connazionali «ad allontanarsi». Usa: via al rimpatrio degli americani

(Ap)
(Ap)
MILANO - A Fuhushima, nell'impianto nucleare danneggiato dal terremoto che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo, è ormai una corsa contro il tempo. Gli elicotteri dell'esercito nipponico continuano a gettare tonnellate d'acqua sui reattori surriscaldati della centrale, il governo giapponese ha spiegato che la messa in sicurezza del reattore n.3 di Fukushima «è la priorità» (vista la pressione registrata in aumento con uscita di vapore proprio dal reattore potenzialmente più pericoloso), mentre dagli Stati Uniti è stato lanciato un allarme secondo il quale che la situazione è ben più grave di quella descritta da Tokyo.

RISCHIO BLACK OUT- In queste ore la capitale giapponese deve fare i conti anche con un'altra emergenza. La parte orientale del Paese, infatti, potrebbe risentire di una sospensione dell'energia elettrica su larga scala se non si procede a una riduzione dei consumi, visto che la produzione è limitata a causa del blocco di una serie di centrali danneggiate dal devastante sisma. L'ondata di freddo che ha colpito tutto il Giappone orientale ha prodotto un picco nei consumi nonostante le interruzioni pianificate dell'erogazione che sono state avviate da alcuni giorni. «Questa mattina già il consumo era quasi uguale alla prduzione. Questo significa che stasera e questa notte, al momento dei picchi tradizionali di consumo, il fabbisogno supererà di molto l'offerta e potrebbe provocare un imprevedibile black out su ampia scala», ha detto il ministro dell'Industria di Tokyo Banri Kaieda.

Nuove esplosioni a FukushimaNuove esplosioni a Fukushima    Nuove esplosioni a Fukushima    Nuove esplosioni a Fukushima    Nuove esplosioni a Fukushima    Nuove esplosioni a Fukushima    Nuove esplosioni a Fukushima    Nuove esplosioni a Fukushima

USA E ITALIA - La preoccupazione degli Stati Uniti per quanto sta avvenendo in Giappone cresce. Il presidente Barack Obama ha parlato al telefono con il premier giapponese Naoto Kan, assicurandogli «tutto l'appoggio necessario» da parte dell'amministrazione a stelle e strisce. Intanto, l'ambasciata italiana a Tokyo «rinnova vivamente l'invito ai connazionali di allontanarsi dalle quattro prefetture colpite dallo tsunami, dalle prefetture a nord della capitale e dalla stessa capitale». Quanto all'ipotesi radiazioni, le misure «del team italiano effettuate in ambasciata confermano il valore registrato ieri di 0.04 microsievert/ora». Anche il Dipartimento di Stato Usa ha autorizzato mercoledì sera i familiari del suo personale diplomatico a lasciare il Giappone. Si tratta di un cambiamento di atteggiamento da parte americana rispetto all'emergenza nucleare nel Paese asiatico.

La tragedia di MiyagiLa tragedia di Miyagi    La tragedia di Miyagi    La tragedia di Miyagi    La tragedia di Miyagi    La tragedia di Miyagi    La tragedia di Miyagi    La tragedia di Miyagi

INDIRIZZI E-MAIL - Nell'ultimo avviso sullo stato della crisi legata alla centrale nucleare, l'ambasciata italiana ha rinnovato «vivamente la richiesta di far urgentemente pervenire via e-mail agli indirizzi: consular.tokyo esteri.it e ambasciata.tokyo esteri.it i nominativi dei membri del nucleo familiare che sono già partiti, nonché di avvertire, sempre via email allo stesso indirizzo, questa ambasciata nel momento in cui lascerete il Paese». Infine, si legge nell'avviso, «vi preghiamo di segnalarci presenze di italiani temporaneamente presenti e quindi non registrati in ambasciata, se possibile dandoci il loro indirizzo email».

LA CINA - Nel frattempo, si muove anche Pechino. Il governo cinese vuole infatti da Tokyo informazioni in tempi rapidi su ogni eventuale sviluppo della fuoriuscita di radiazioni dalla centrale di Fukushima. «Il mondo segue con grande attenzione la crisi nucleare in Giappone, e il Giappone sta adottando misure di emergenza per farvi fronte», ha detto a un briefing per la stampa la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu.

SI INFIAMMA LO YEN - in Borsa lo yen intanto vola. E il governo giapponese accusa gli speculatori di aver provocato una fiammata storica della moneta, che potrebbe peggiorare la situazione delle imprese esportatrici giapponesi che già soffrono le conseguenze del terremoto. Lo yen è salito al livello più alto contro il dollaro dopo la seconda guerra mondiale, spinto da acquisti molto importanti, prima a New York, mercoledì notte e poi, all'alba, sui mercati asiatici. Il dollaro è sceso fino a 76,52, prima di recuperare lievemente e ora si aggira attorno a 79,05 yen. Questa impennata della valuta giapponese può sembrare paradossale in quanto il Paese attraversa la peggiore crisi dalla fine della guerra, è sotto la minaccia di un disastro nucleare, oltre ai danni pesanti causati dal terremoto e dallo tsunami. Gli investitori hanno, a quanto pare, scommesso su un rimpatrio di massa dei fondi detenuti dalle imprese di assicurazione all'estero per finanziare le indennità enormi per le vittime. Il ministro dell'Economia e della Politica fiscale, Kaoru Yosano, ha assicurato che si tratta di «voci prive di fondamento» e che gli assicuratori giapponesi, che hanno denaro a sufficienza, non avrebbero bisogno di vendere le attività detenute valuta estera. Ma gli operatori hanno acquistato ancora grandi quantità di yen, sperando di venderli più cari in seguito.


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