Ordini di custodia per i vertici di Egp Italia con accuse dall'associazione a delinquere all'esercizio abusivo di attività bancarie. Tra le centinaia di vittime molti volti noti dello spettacolo e del jet-set della capitale. Obbligazioni con la promessa di rendimenti super: capitali spariti all'estero
ROMA - Cinque arresti, 11 perquisizioni, sequestri di beni mobili e immobili "sino alla concorrenza della somma di 170 milioni di euro". Sono i numeri dell'operazione coordinata dalla procura di Roma su una maxi-truffa finanziaria ai danni soprattutto di vip, imprenditori, professionisti e membri dell'aristocrazia romana. Ad eseguire i provvedimenti, su disposizione del gip del tribunale di Roma, Simonetta D'Alessandro, è stato il nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza guidato da Leandro Cuzzocrea.L'indagine, condotta dai pm Luca Tescaroli e Francesco Ciardi in coordinamento con il procuratore aggiunto Nello Rossi, riguarda un presunto raggiro che ha coinvolto tra le vittime diversi nomi della nobiltà e del mondo dello spettacolo, soprattutto a Roma, da parte di una serie di società riconducibili alla Egp italia, succursale della finanziaria francese Europèenne de gestion privèe.
I clienti venivano convinti ad investire somme ingenti (si parla anche di 2 milioni di euro) in obbligazioni emesse dalla lussemburghese Dharma Holdings (la controllante di Egp) con la promessa di rendimenti dal 5% al 12%, a seconda dei casi. Gli investimenti venivano rimborsati regolarmente solo ad alcuni dei clienti i quali, tramite il passaparola, convincevano poi altri conoscenti a investire sui fondi. Il guaio è che la grande massa degli investitori non solo non ha visto i rendimenti da sogno, ma ha visto sparire anche il capitale. Dei
170 milioni di euro che sarebbero l'ammontare
della truffa, infatti, al momento soltanto 12 sono stati rintracciati e posti sotto sequestro. Analogo provvedimento ha riguardato 26 società, più una cinquantina tra immobili, conti correnti e veicoli riconducibili ai 10 indagati.
Sul numero ridotto delle denunce, sospetta la Finanza, avrebbe inciso il fatto che la finanziaria ha "trattato" anche capitali in nero provenienti dall'estero. Gli indagati, proponendo indebitamente ai clienti l'adesione allo scudo fiscale, incassando il 5% per ogni adesione, avrebbero infatti trasferito oltre 600 posizioni irregolari alla succursale italiana della società di investimento francese posta attualmente in liquidazione coatta amministrativa dal ministero dell'Economia per gravi irregolarità, mentre la casa madre risulta radiata dall'albo francese degli intermediari finanziari nel dicembre 2010.
Sulla vicenda erano state inviate segnalazioni sia alla Banca d'Italia che alla Consob, ma la svolta è arrivata dall'indagine penale, nata sulla scia delle denunce fatte da una trentina di clienti della finanziaria, tra cui la principessa Claudia Ruspoli ed altri esponenti dell'aristocrazia, quali Gloria Helen Von Heuduck, Maria Carla Clavet di Briga e Alessandro D'Aste Stella, ma anche l'attrice Sabina Guzzanti. Egp italia vantava a Roma circa 700 clienti, tra cui il giornalista Paolo Guzzanti, il cantante Massimo Ranieri, l'ex calciatore Stefano Desideri, l'avvocato Titta Madia, la soubrette Samantha De Grenet, diversi membri della famiglia di costruttori Piperno. In generale, un elenco di parti lese ad alta concentrazione nel quartiere Parioli.
Gli arrestati sono Gianfranco Lande, numero uno di Egp italia, il direttore Raffaella Raspi, il fratello Andrea Raspi, Roberto Torregiani e Giampiero Castellani de Villanova. I reati contestati sono, a seconda delle posizioni, l'associazione per delinquere, la truffa, l'ostacolo alla vigilanza, l'abusivismo finanziario, l'esercizio abusivo dell'attività bancaria. Nel registro degli indagati figurano altri 5 nomi.
Tra l'altro, alcuni degli indagati avrebbero fornito dati falsi alla Consob, sottoposto ai clienti la sottoscrizione di obbligazioni emesse da società lussemburghesi, in realtà riconducibili agli stessi membri dell'organizzazione e non rimborsate alla scadenza o su richiesta dei clienti medesimi. L'inchiesta è passata anche attraverso rogatorie all'estero perché gran parte dei risparmi dei circa 700 clienti sarebbero stati trasferiti su conti in paesi off-shore, tra cui Bahamas, e impiegati in fondi chiusi esteri, attraverso una rete complessa di società che ha reso più difficile per gli inquirenti ricostruire il "viaggio" del denaro.
"Immotivati e fuori luogo" sono stati definiti gli arresti di Gianfranco Lande e Raffaella Raspi dal loro legale, l'avvocato Salvatore Sciullo: "Da mesi - afferma il legale - ci eravamo messi a disposizione della procura per essere sentiti. Gli inquirenti, però, non hanno mai voluto ascoltare nessuno e soltanto ora, a indagine praticamente conclusa, hanno fatto scattare gli arresti. I miei due clienti sono sempre rimasti a disposizione e non hanno mai lasciato l'Italia nonostante l'inchiesta in corso". Secondo Sciullo, gli arresti rischiano di "stroncare un piano di ristrutturazione e di rilancio del gruppo" che era stato sottoposto al commissario straordinario nominato dal Mef.
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