Decisiva la rottura con l'ex ministro "Non posso restare nelle stanze del suo stesso gruppo". In procinto di rientrare in maggioranza anche gli Mpa Latteri e Commercio
In effetti, la storia della deputata napoletana che il 14 dicembre aveva sfidato una gravidanza problematica per presentarsi comunque in aula e votare la sfiducia al premier, ha poco di politico. E c'entra proprio la storia appena troncata con l'ex ministro. "Non posso restare un giorno di più nelle stanze del suo stesso gruppo, tra gli stessi banchi in aula" l'ha sentita sfogarsi, piuttosto provata, chi ha tentato di trattenerla. Sarà d'altronde la stessa parlamentare napoletana a lasciar trapelare nel pomeriggio un dettaglio che contribuirà a far chiarezza sulle tante voci in circolazione. La sua decisione - che molto probabilmente sarà ufficializzata la prossima settimana - "è stata determinata da motivi personali e sentimentali e da accadimenti legati alla recente maternità". Il capogruppo Benedetto Della Vedova, nelle stesse ore, predicava ancora cautela: "Non mi risulta, chi le ha parlato esclude che abbia preso questa decisione".
Poi, in serata, aggiungerà: "Ho molto rispetto per la vicenda personale, che ha poco di politico. E mi auguro che lo abbiano tutti", con chiaro riferimento ai pidiellini pronti a passare all'incasso.
Ma qual è la vicenda personale, "sentimentale" e "legata alla recente maternità" che ha indotto la Cosenza a lasciare? La deputata ha da poco partorito e nello stesso periodo è andato in frantumi il rapporto che la legava al collega. Lui, solo negli ultimi giorni scioglie i suoi dubbi post-congresso e decide di restare in Fli. Lei a questo punto preferisce andare. Con un certo disappunto, per l'esito della vicenda, dello stesso presidente della Camera, raccontano con un pizzico di malizia tra i finiani. Ma tant'è. La faccenda diventa il caso del giorno tra i capannelli in Transatlantico. La Cosenza si trincera dietro il riserbo, lontana da Montecitorio. Lo stesso fa Ronchi, tornato, sembra, in famiglia. Angela Napoli, collega di partito, si dice dispiaciuta "da donna" pur aggiungendo che "un progetto politico non si sceglie per questioni di vita privata".
Col passaggio della deputata (al Pdl, non tra i "responsabili") la maggioranza salirebbe a quota 321. Ancora lontana dai 330 che in conferenza stampa il premier Berlusconi ha definito alla portata. Di vero c'è che il pressing incessante dei suoi a Montecitorio sta sortendo il suo effetto sugli Mpa Ferdinando Latteri e Roberto Commercio. Non invece sui libdem Italo Tanoni e Daniela Melchiorre, i quali partecipano al vertice del terzo polo sulla giustizia e ripetono: "Nessuna intenzione di lasciare". A vuoto, per ora, le pressioni su altri finiani e su qualche dipietrista. Tattico il rinvio deciso da Berlusconi dell'annunciato rimpasto: consentirà di lavorare su nuovi "acquisti" nella prospettiva della maxi distribuzione di posti di governo.
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