Il parroco: «L'orco è tra noi»
Accanto al corpo senza vita
sim card e iPod. Il questore:
«Trovate cose importanti»
BREMBATE
È tardo pomeriggio quando arriva l’esito del medico legale che rivela la brutalità dell’assassinio di Yara Gambirasio. La tredicenne di Brembate è è stata colpita dal suo assassino con almeno sei coltellate, alcune delle quali inferte con molta violenza, come si apprende da fonti qualificate che stanno indagando sulla sua morte. L’esame del cadavere avrebbe evidenziato una ferita alla gola, una al polso e ben quattro alla schiena, una delle quali molto profonda all’altezza dei reni. L’ipotesi è che la ragazza sia stata prima colpita al collo, poi al polso, nel tentativo di difendersi, e infine alla schiena.
Secondo l’ipotesi ritenuta più credibile dagli investigatori, Yara potrebbe essere stata uccisa nell’immediatezza della sua scomparsa, la stessa sera del 26 novembre, probabilmente, o nelle ore immediatamente successive. Ad avvalorare le supposizioni, le conferme arrivate dal primo esame effettuato dagli uomini della polizia scientifica e dal medico legale: i capelli della ragazza, infatti, erano ancora legati con lo stesso elastico rosso che indossava la sera in cui è scomparsa.
«Sono state trovate cose importantissime»: con queste poche parole il questore di Bergamo Vincenzo Ricciardi ha riassunto l’esito dei rilievi effettuati attorno al corpo di Yara Gambirasio. Si tratterebbe dell’iPod della ragazza e della sim card e la batteria del del cellulare. Sul posto sono stati trovati anche diversi effetti personali della ragazza, tra cui le chiavi di casa, che saranno sottoposti ad analisi tecniche e scientifiche alla ricerca di tracce utili per risalire ai suoi aguzzini. Alcuni elementi possono far pensare che l’assassino non abbia tenuto in custodia la ragazzina per molto tempo. E questa è una delle questioni principali al centro delle prime fasi dell’indagine: capire da quanto tempo il corpo si trovava nel punto in cui è stato scoperto ieri pomeriggio da un amante dell’aeromodellismo che rincorreva un aereo caduto tra le sterpaglie. I volontari che hanno perlustrato la zona tre volte e anche le numerose persone che utilizzano il vicino sentiero escludono che il corpo potesse essere lì da molto tempo.
Gli inquirenti però fanno notare che il corpo era quasi ridotto a uno scheletro e in avanzato stato di decomposizoine: condizioni che rendono difficilissimo lo spostamento. Intanto stamattina alle 9,30 lo stesso questore è passato a prendere i genitori di Yara e li ha condotti all’Istituto di medicina legale di Milano, dov’è stato portato il corpo, per effettuare il riconoscimento ufficiale. Il cadavere mostrava al collo e alla schiena ferite compatibili con un’arma da taglio. Altri segni potrebbero essere stati causati dal suo aguzzino, come anche dalla prolungata presenza del corpo in un’area boschiva. Una parola definitiva verrà dall’autopsia che sarà eseguita domani.
Tra le ipotesi quella che Yara sia stata uccisa e nascosta da una persona che la conosceva bene. «Nelle favole tutto finisce bene ma adesso sappiamo cosa è un orco e siamo preoccupati perchè l’orco è tra noi»: lo ha detto don Corinno, parrocco di Brembate, nella messa delle ore 10. La chiesa era strapiena e in molti non hanno nascosto la loro commozione. Il parroco ha annunciato che fino a sera le campane del paese suoneranno a festa ogni ora «perchè - ha spiegato - ora Yara è un angelo».«La parola più forte oggi è il silenzio - ha detto ancora don Corinno -, ci portiamo dentro smarrimento e angoscia, e vogliamo capire se tutto questo ha un senso e abbiamo visto fino a che punto può arrivare l’uomo». Don Corinno ha poi detto ai parrocchiani che ieri sera è andato subito a trovare il padre di Yara. «Appena mi ha visto mi ha detto ’non mi dire niente, abbracciami'», ha raccontato don Corinno. Proprio ieri, davanti alla parrocchia era stata messa una nuova foto di Yara a tre mesi dalla sua scomparsa. Una bella immagine della ragazzina sorridente con un abitino fucsia e sotto la scritta ’Yara siamo smarriti aiutaci'. Davanti uno degli altari delle navate laterali, dove da tre mesi c’è il libro per le dediche a Yara, da ieri sera i parrocchiani hanno cominciato a lasciare messaggi di dolore. «Ho seguito tutta la tua storia - ha scritto uno - ti hanno ritrovato morta, ma ora sei un angelo».
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