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26 feb 2011

Tripoli, calma tesa nelle strade "Sospeso il trattato Italia-Libia"


Manifestanti libici nelle strade di Bengasi

Via libera di Obama alle sanzioni,

attesa oggi la risoluzione all'Onu.
Berlusconi: «Sostenere il popolo,
Gheddafi non ha più il controllo»

La situazione a Tripoli è relativamente calma dopo i violenti scontri di ieri e la manifestazione a sostegno del leader libico Muammar Gheddafi il quale, secondo il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi, non controllerebbe più la situazione nel Paese. 

Le sanzioni
Per oggi si attende una decisione del consiglio di sicurezza dell'Onu su sanzioni da imporre alla Libia, dopo che il colonnello è riapparso ieri pronunciando un altro rabbioso discorso dalla piazza Verde e incitando a reprimere gli antigovernativi. Nella notte si sono uditi sporadici colpi di armi da fuoco e stamani le strade della capitale sono semideserte. 

Depositi di armi aperti ai civili
Residenti, citati dal Guardian, affermano che il regime sta armando civili per partecipare reprimere agli oppositori. Continuano i drammatici racconti dei testimoni: alcuni hanno riferito ad Al Jazeera che almeno sette persone hanno perso la vita ieri a Tripoli quando le forze di sicurezza hanno sparato sui dimostranti. Un altro testimone ha detto per telefono alla Cnn che uomini armati e in borghese hanno ucciso ieri i suoi due fratelli durante manifestazioni anti-governative. «Anche due miei vicini sono stati uccisi e i loro corpi prelevati dalla strada e portati via», ha aggiunto la fonte, secondo cui persone ferite sono state rapite dagli ospedali e «portate via, nessuna sa dove». 

Le razioni in Italia
La Russa ha annunciato la sospensione del trattato d'amicizia con la Libia. L'Italia riproverà oggi a evacuare altri connazionali, ha poi spiegato il ministro della Difesa. «Sembra che effettivamente Gheddafi non controlli più la situazione in Libia», ha commentato oggi Berlusconi. «Se tutti siamo d'accordo possiamo mettere fine la bagno di sangue e sostenere il popolo libico», ha aggiunto il premier. Il presidente della Comunità araba in Italia (Co-mai), Foad Aodi, che è in costante contatto da Roma con alcuni testimoni in Libia, ritiene che Gheddafi controlli solo Bab el Azizia, il quartiere dove si trova la sua roccaforte, dove è asserragliato«. Nei pressi del quartiere in queste ore si sente ancora qualche sparo», ha detto. 

La fuga verso la Tunisia
Ma se Gheddafi appare assediato, rimane difficile prevedere gli sviluppi nel Paese, mentre la comunità internazionale, dopo il susseguirsi di condanne, muove i primi 'passi concretì, a partire dagli Stati Uniti: il presidente Barack Obama ha firmato una serie di sanzioni contro la Libia, tra cui il congelamento dei beni di Gheddafi e dei suoi familiari. Ed è attesa oggi, salvo sorprese dell'ultimo minuto, l'approvazione formale di prime sanzioni dell'Onu contro la Libia, che dovrebbero aprire la via ad un eventuale ricorso internazionale per crimini contro l'umanità. Rimangono nel Paese migliaia di stranieri, sebbene procedano le operazioni di evacuazione e rimpatrio migliaia di persone rimangono all'aeroporto di Tripoli nella speranza di lasciare il Paese. Il flusso è invece continuo alla frontiera con la Tunisia dove a migliaia di tunisini ed egiziani continuano a superare il confine lasciandosi l'inferno alle spalle.

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