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23 feb 2011

Generali: Geronzi, il giorno più lungo. Il mercato: Del Vecchio non vende


generali

Occhi del mercato puntati sul consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali in agenda oggi a Roma, il primo appuntamento che vede riunire i consiglieri dopo le polemiche dimissioni di Leonardo Del Vecchio e le tensioni fra Diego Della Valle e il presidente Cesare Geronzi sulla partecipazione in Rcs.
 
Anche se non all'ordine del giorno, è quasi inevitabile che, visti gli accadimenti degli ultimi giorni, il board affronti pure il tema governance, con particolare attenzione al ruolo di Geronzi.
 
Intanto, secondo quanto si sussurra nelle sale operative delle Sim milanesi, Del Vecchio, sebbene uscito dal Cda, non venderà la propria quota, almeno fino a quando le quotazioni del titolo del Leone non siano tornate sui livelli dell'aprile 2007 ovvero quando il patron di Luxottica, tramite laholding Delfin, comprò (a ridosso dell'assemblea che lo elesse anche consigliere) un pacchetto rilevante di azioni. Quota che, dopo l'operazione societaria Generali-Alleanza, si è diluito all'1,9%.
 
Infatti, fanno notare gli esperti che seguono le sorti della Galassia Luxottica, la partecipazione in Generali è l'unico investimento di Del Vecchio che, ai corsi azionari attuali, matura una cospicua minusvalenza potenziale che lo spingerà a non vendere almeno nel breve. Tenendo conto delle successive operazioni sul capitale (quindi valori rettificati, non quotazioni storiche), il prezzo medio del mese precedente all'assemblea del 28 aprile 2007 risulta pari a circa 30,41 euro per azione e, visto che al momento Generali viaggia intorno ai 15,90 euro, la minusvalenza è in percentuale di circa il 47,7% (14,51 euro per azione). 
 
Con le sue dimissioni, l'imprenditore ha voluto dare un segnale molto forte alla presidenza del gruppoda cui, ora, si attende anche un cambio di rotta nella gestione. Svolta da cui dipenderà, spiegano adAffari fonti molto vicine all'ex Martinitt, anche la decisione sulla permanenza futura nel capitale.
 
In questo marasma in cui si stanno disegnando nuovi equilibri nella compagnia triestina passa in secondo piano invece il nodo della quota in Rcs, anche se sono confermate le attese secondo le quali potrebbe essere sollevata la questione di chi deve rappresentare la compagnia nei patti, oltre che nella società editoriale, in Mediobanca e Pirelli, i salotti della finanza dove oggi siede il banchiere romano.

Sull'affaire Rcs, dopo le parole di ieri di Giovanni Bazoli, oggi intanto è intervenuto anche Vincent Bollorè, vicepresidente e consigliere delle Generali. ''Credo che si possa trovare un'intesa comune alla fine della giornata'', ha affermato il finanziere bretone, entrando nella sede romana del Leone. ''Sono favorevole al dibattito e alla mediazione", ha aggiunto Bollorè. "Rcs è una bella società che si può sviluppare e che ha davanti a sè un grande futuro''.

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