Metti mi piace

11 gen 2011

Mirafiori, la leader Cgil Camusso attacca: «Da Marchionne ogni giorno solo insulti»

FIAT

Accuse alla Fiat «di non rendere noti i dettagli del piano 'Fabbrica Italia'». «Questo governo riduce i diritti»

Susanna Camusso (Emblema)
Susanna Camusso (Emblema)
MILANO - L'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, «insulta ogni giorno il Paese»: lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all'assemblea nazionale delle Camere del lavoro a Chianciano Terme, in provincia di Siena, accusando la Fiat di non rendere noti i dettagli del piano 'Fabbrica Italia'. «Se Fiat può tenere nascosto il piano - ha aggiunto - è anche perchè c'è un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti». 

«GOVERNO RIDUCE I DIRITTI» - «La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive», aggiunge Camusso, sottolineando «la debolezza industriale dell'azienda» ed «il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia». «Questo governo è così tifoso - prosegue - che non ha il coraggio di vedere che quando l'amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date», risposte «sbagliate». 

«DENTRO LE FABBRICHE» 
- La Fiom e la Cgil devono «stare dentro le fabbriche per costruire tutele, prospettive e posizioni», altrimenti «diventiamo dipendenti non aiutati da altri, dipendenti dai tempi dei magistrati» e così «si definisce un vuoto» aggiunge il segretario generale della Cgil intervenendo sulla esclusione del sindacato dopo l'accordo di Mirafiori ed in caso di vittoria dei sì al referendum del 13 e 14 gennaio. «Su questo dobbiamo continuare a riflettere; la domanda che poniamo alla Fiom è se questa è l'unica conclusione possibile. Noi pensiamo - aggiunge Camusso - che il tema su cui ci vogliamo interrogare è come il giorno dopo» l'esito della consultazione «vediamo ed evitiamo le conseguenze di quell'accordo». «Per me il cuore della contraddizione sta nei processi produttivi e se non si riparte da lì si resta fuori, non si ricostruiscono le condizioni per ripartire e costruire un'altra storia e altre condizioni di lavoro». 

REFERENDUM - Sulla consultazione su Mirafiori di giovedì e venerdì prossimi il leader Cgil precisa che «un esito del referendum con i sì non lo auspichiamo ma non lo possiamo escludere». Questo, aggiunge, «come conseguenza porta anche l'esclusione della Fiom e della Cgil dalle fabbriche. Su questo dobbiamo continuare a riflettere». Camusso ribadisce la necessità di «sostenere e comprendere le ragioni del no. Non ci si può sottrarre dalla battaglia per il no, bisogna - prosegue il leader della Cgil riferendosi alle tute blu della Fiom - che loro sappiano che hanno il sostegno di tutta la loro organizzazione». (Fonte Ansa)

Nessun commento: