Alta la partecipazione al referendum. Fiom: "Era inevitabile, del resto è la Fiat che sta organizzando il voto, dunque non ci stupisce".Il premier si schiera con l'ad: "Vinceranno i sì". Sacconi: "Con il no situazione sarebbe irreversibile"
Chi ha già votato, sia che abbia detto sì sia che si sia espresso per il no all'accordo, parla di una "scelta molto difficile". Ma chi si è detto contrario appare, all'uscita dei cancelli, più convinto nel rispondere della propria scelta. "Non possiamo cancellare con le nostre mani decine di anni di conquiste e di diritti, sanciti dalle leggi e anche dalla Costituzione", dice un giovane operaio della catena di montaggio.
Ma c'è anche chi motiva con decisione il proprio 'si': "Solo così, cambiando, possiamo attirare investimenti a Mirafiori e in Italia", commenta un operaio prendendo l'autobus che lo riporta a casa.
Fiom: "Inevitabile alta partecipazione". "Un'affluenza così elevata era inevitabile, del resto è la Fiat che sta organizzando il voto, dunque non ci stupisce". Così il responsabile auto della Fiom, Giorgio Airaudo, che aggiunge: "Discutere di percentuali non mi appassiona in modo particolare in questo caso perchè penso che questo voto non sia nè libero nè legittimo. I lavoratori hanno dimostrato molto coraggio ora voteranno secondo le loro possibilità".
Berlusconi: "Sto con Marchionne, vinceranno i sì". "Appoggiamo Marchionne e le sigle sindacali che hanno forte senso di responsabilità nazionale" afferma Silvio Berlusconi. Che fa retromarcia sulle sue affermazioni dei giorni scorsi: "A Berlino non ho detto che è giusto che la Fiat vada via, ho solo detto che se dovesse vincere il no per gli imprenditori sarebbe difficile trovare motivazioni per non andare in altri Paesi". Infine la previsione sul referendum di Mirafiori: "Vincerà il sì con una percentuale elevata". Poi tocca a Bersani e al Pd: "Ancora una volta la sinistra ha perso l'occasione per dimostrare di avere una cultura socialdemocratica di tipo europeo, di dimostrare di saper comprendere che le aziende ed il lavoro devono essere organizzati in base alle esigenze del mercato e non sulla base di ideologie ampiamente condannate dalla storia. Invece di insultare, Bersani dovrebbe farsi spiegare dal sindaco di Torino, che è suo compagno di partito, che l'accordo Fiat dimostra che se mettiamo la cultura della cooperazione tra imprenditori e lavoratori al posto del conflitto sociale si possono mantenere le fabbriche in Italia, si possono conservare i posti di lavoro e nello stesso tempo aumentare le retribuzioni".
Sacconi: Con il no situazione irreversibile. Se al referendum di Mirafiori vincesse il 'no' "non è difficile prevedere una situazione sostanzialmente irreversibile il giorno dopo". Così il ministro del lavoro Maurizio Sacconi a Radio Anch'io, che aggiuge: "Non occorre molto per immaginare che bruciato quel tavolo negoziale e bruciati quei soggetti negoziali non è che si aprirà un tavolo capace di determinare ugualmente quell'investimento pur così decisivo per l'intera filiera dell'auto italiana che ha in Torino il suo cuore pulsante".
I volantini con la stella a cinque punte. Volantini firmati "Movimento Comunista Rivoluzionario" con il simbolo della stella a cinque punte racchiusa in un cerchio sono stati trovati all'interno dello stabilimento di Mirafiori durante le prime battute del voto sul referendum. Lo ha riferito il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo, spiegando che la commissione elettorale ha avvertito il servizio di sorveglianza interno della Fiat che a sua volta avrebbe informato dell'episodio la Digos.
Lo stesso volantino trovato all'interno dello stabilimento è stato distribuito da un gruppo di giovani ai cancelli all'arrivo dei lavoratori per il turno delle 22. Non contiene alcun tono di minaccia e si chiude con la "solidarietà ai lavoratori per dire no all' imbroglio, ai licenziamenti, allo sfruttamento del lavoro". Il testo contiene anche un indirizzo mail "per adesioni e contatti".
Già nei giorni scorsi all'esterno dello stabilimento sono stati distribuiti volantini firmati "Comunisti Combattenti Piemontesi" con i simboli della falce e martello, da un lato, e della stella a cinque punte non cerchiata, dall'altro.
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