Metti mi piace

12 gen 2011

Alemanno: o si cambia marcia o si vota

Il sindaco ai consiglieri comunali Pdl: voglio dare segnale forte. Ipotesi Storace e un big in giunta

ROMA - Mezz'ora di confronto, con toni a volte più bruschi, altre volte più morbidi. E un avvertimento: «Non sono disposto a vivacchiare. Se è così, sono pronto ad andare a votare domani stesso». Alla fine, l'applauso dei consiglieri comunali del Pdl, tutti ad ascoltare Gianni Alemanno in una saletta — off limits per i cronisti — di via delle Vergini, dove hanno sede i gruppi del Campidoglio. Il sindaco è stato sferzante: «Voglio dare — ha detto nell'intervento — un segnale forte, un cambio di passo. Basta con gli assessori autoreferenziali, che non rispondono alla loro maggioranza». Parole che sono piaciute ai consiglieri, che spesso hanno lamentato la mancanza di coinvolgimento da parte della giunta.

Ma Alemanno è andato anche oltre: «Però, anche da parte del consiglio, una cosa deve essere chiara: io non voglio farmi cuocere». E il riferimento, chiaro, è alle liti, ai veti incrociati, alla ripetuta mancanza del numero legale in aula, ai ricatti politici. Alemanno è andato giù duro: «O si cambia marcia, oppure si può anche votare. Vi ho già dimostrato di essere abbastanza pazzo...», ha detto scherzando ai consiglieri. L'altro passaggio chiave, sul convitato di pietra di questa fase politica: Nicola Zingaretti, presidente Pd della Provincia, possibile candidato a sindaco di Roma nel 2013. Alemanno ha fatto un chiaro riferimento al numero uno di Palazzo Valentini: «Non ho intenzione di scappare, ma di ricandidarmi al Comune. Dobbiamo, però, fare attenzione a Zingaretti che va in giro a fare il mezzo sindaco». In che senso? «Le iniziative della Provincia vengono tutte valorizzate, così escono solo le cose positive. Sui problemi, invece, oppure sulle sue mancanze, Zingaretti si nasconde dietro al Comune».

La campagna elettorale è già partita. Sul fronte del rimpasto, ad Alemanno non basta cambiare qualche nome. L'idea che lo accarezza, è di «inserire un big, una figura che dia lustro alla giunta». Qualcuno svincolato dalla politica e che — come prima scelta — sia legato al sociale: uno come era monsignor Di Liegro, riferimento di Alemanno. Nei corridoi, si fa il nome di Gianluigi De Paolo, presidente delle Acli di Roma. Ma la giornata di martedì — iniziata con la riunione con Alfredo Pallone, Gianni Sammarco, Alfredo Antoniozzi, Marco Pomarici, Luca Gramazio, Vincenzo Piso, Marco Visconti, Mauro Cutrufo — ha segnato anche l'apertura a «La Destra».

Francesco Storace ha incontrato sia Silvio Berlusconi che Alemanno, ed ha chiesto al premier un aiuto per entrare nella giunta del Comune: si pensa a Dario Rossin, per cui sarebbe creato l'assessorato alla Sicurezza. Su Croppi, anche Fli si divide. Il coordinatore provinciale Potito Salatto aveva polemizzato con l'assessore, Giulio Buffo (di Arcipelago nazionale, movimento nell'ambito finiano) lo difende: «Destano sorpresa le dichiarazioni di Salatto: tra l'altro Fli non ha ancora nominato i suoi coordinatori provinciali». L'eurodeputato insiste: «Croppi è idealmente finiano e concretamente alemanniano. Venerdì decidiamo se andare all'opposizione».

Nel rimpasto il sindaco vuole anche cambiare metodo: «Si è ragionato — dice Pallone — di obiettivi e programmi: case, strade, traffico, cultura». Ogni assessore, conferma Alemanno, «avrà un cronoprogramma: se lo rispetta bene, altrimenti si cambierà ancora». Oggi (mercoledì, ndr), due incontri con le parti sociali: uno con le associazioni cattoliche, l'altro con Uir, Federalberghi, Federlazio e Confartigianato di Roma. Il tempo stringe: entro giovedì 13 Alemanno vuole la nuova giunta, per andare venerdì dal Papa. Ci riuscirà?

Nessun commento: