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2 dic 2010

Yunus : Accuse al "banchiere dei poveri": «Ha sottratto 47 milioni di euro»

Negli anni '90 il Nobel Yunus spostò dalla Grameen Bank fondi donati dalla Norvegia senza autorizzazione

Muhammad Yunus (Reuters)
Muhammad Yunus (Reuters)
MILANO - Il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, l'economista bengalese inventore del rivoluzionario sistema del microcredito, potrebbe essersi dedicato quindici anni fa ad attività irregolari trasferendo 40 milioni di sterline (pari a più di 47 milioni di euro) donati dal governo norvegese alla sua banca, la Grameen Bank, a un'altra azienda che con il microcredito non ha nulla a che fare e per di più senza informare o chiedere l'autorizzazione di Oslo .

IL DOCUMENTARIO - I fatti risalgono al periodo compreso tra il 1996 e il 1998, ma sono emersi negli ultimi giorni, dopo la messa in onda sulla tv norvegese di un documentario dal titolo Fanget i Mikrogjeld («Intrappolato nel microdebito»), realizzato dal multipremiato giornalista danese Tom Heinemann. Dopo mesi di ricerche, di esame di documenti e di interviste, il reporter danese si è convinto che nel 1996 il «banchiere dei poveri», così è soprannominato Yunus, girò segretamente alla Grameen Kalyan, una sua società operante nel settore dei servizi per la salute, la somma di sette miliardi di taka bengalesi (74,5 milioni di euro) donati dal governo norvegese (ma anche da quelli di Svezia, Olanda e Germania) per finanziare prestiti a piccoli imprenditori attraverso la Grameen Bank. Documenti mai resi noti indicano che quando l'ambasciata norvegese, l'agenzia di aiuti norvegese Norad e la Divisione per le Relazioni economiche del ministero delle Finanze del Bangladesh hanno sollecitato il ritorno del denaro alla Grameen Bank, la restituzione fu di soli due miliardi di taka (21,3 milioni di euro). Più tardi, sostiene sempre Heinemann nel documentario, il denaro fu trasformato in prestito della Grameen Kalyan alla Grameen Bank.

«INACCETTABILE» - L'autore di Fanget i Mikrogjeld ha mostrato le lettere inviate a Yunus, in cui emerge la rabbia dell'Ambasciata di Oslo a Dacca per un'operazione che il Nobel giustificò come fiscale. Sebbene non ci siano sospetti di eventuali frodi, un ministro norvegese ha anche definito «inaccettabile» che i soldi siano stati usati per motivi diversi da quelli per cui erano stati donati. In un comunicato, la Grameen Bank ha fatto sapere che fornirà una spiegazione esauriente di quanto accaduto «il prima possibile». Da parte sua, il presidente del Comitato per il Nobel per la pace, Geir Lundestad, non ha voluto commentare quanto accaduto, affermando solo che «il Comitato ha esaminato a fondo la Grameen Bank e Yunus prima di assegnargli il Nobel per la pace nel 2006, e - ha aggiunto - abbiamo usato molti analisti internazionali e norvegesi per avere il maggior numero di informazioni possibili».


TROUPE NEI VILLAGGI - La troupe dell'inchiesta è andata in vari villaggi bengalesi assistiti dalla Grameen Bank. «A Jobra - ha detto Heinemann - abbiamo incontrato la figlia della prima persona che ottenne un microcredito, Sufiya Begun. Siamo poi stati nell'Hillary Village, dove la ex first lady americana Clinton dichiarò appoggio a Yunus e alla sua banca. E abbiamo visto solo povera agente che dal microcredito non ha guadagnato nulla, se non altri debiti».

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