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29 dic 2010
Svuotare le slot dopo averne capito il funzionamento non è reato.
La Procura della Repubblica di Bolzano ha chiesto e ottenuto l'archiviazione dei procedimenti avviati a carico di due cittadini cinesi che erano stati denunciati a piede libero con l'accusa di frode informatica in relazione ai ripetuti tentativi messi in atto per svuotare le casse delle slot machine di alcuni bar della zona. I due erano stati arrestati dalla Guardia di Finanza su segnalazione di alcuni titolari di esercizi pubblici e successivamente accusati di aver tentato di frodare i gestori svuotando le slot mettendo in atto comportamenti considerati truffaldini. L' indagine dopo alcune settimane si è conclusa con un pieno proscioglimento per infondatezza dell'ipotesi di reato. A far scattare gli accertamenti erano stati alcuni baristi bolzanini che si era visti costretti a disattivare le slot dopo che i due giocatori erano riusciti ad ottenere una serie di vincite record . A fronte delle ripetute supervincite erano stati i titolari dei bar ad essere chiamati in causa per il pagamento delle somme di denaro, ben oltre gli incassi registrati. In un primo tempo si era ipotizzato che i due cinesi avessero operato applicando marchingegni elettronici abusivi in grado di mandare in tilt le slot machine. Le indagini hanno invece escluso questa ipotesi. E' infatti emerso che i due cinesi erano riusciti ad ottenere una scheda elettronica identica a quella delle slot installate nel bar. Con estrema pazienza e competenza tecnica erano così riusciti a risalire alla logica di funzionamento delle macchine scoprendo alcuni punti vulnerabili del sistema di gestione. In effetti i due avevano scoperto che rifiutando sistematicamente le piccole vincite previste dalle tarature elettroniche, molte slot machine diventavano via via ingovernabili fino ad arrivare al punto di prevedere una super vincita per ogni giocata. L'indagine condotta dalla Guardia di Finanza ha però portato ad escludere ipotesi di reato penale dato che i sistemi per far andare in tilt le macchine si basavano unicamente sulla conoscenza tecnica approfondita delle logiche elettroniche di funzionamento. Non è reato insomma essere 'troppo abili', con buona pace dei softweristi che hanno dimostrato si esserlo molto meno.
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