La regnante Silvia costretta all'ammissione (dopo averlo negato) in seguito alla diffusione di documenti rinvenuti dai giornalisti di un programma tv. Era membro del partito naziosta e si appropriò di una fabbrica appartenuta a imprenditori ebrei. Un comunicato di Palazzo reale: "Sua Maestà l'ha scoperto solo in età adulta"
La regina Silvia di Svezia
Ma a mettere in difficoltà la regina sono dei documenti scoperti dai giornalisti di Kalla Fakta - il programma è dedicato al giornalismo investigativo - Ia Berlino e in Sudamerica, dai quali emerge chiaramente che Walther Sommerlath, il genitore della sovrana, entrò nelle fila del partito nazista nel 1934, solo un anno dopo l'avvento di Hitler al potere. E che rientrò in Germania un anno prima dello scoppio della guerra e si appropriò di una fabbrica che produceva pezzi di carri armati e altri armamenti necessari allo sforzo bellico.
In una nota del Palazzo reale la regina ha poi ammesso, e si è scusata, "che il padre sia stato un membro del partito nazista", notizia - si legge nel comunicato - che ha appreso solo nell'età adulta". Non è un bel momento per il regno di Svezia: meno di un mese fa un libro-rivelazione su Re Carlo XVI Gustavo aveva animato molte polemiche: nel volume il sovrano è descritto tra relazioni extraconiugali e festini di dubbio gusto. E dopo la pubblicazione del libro, la popolarità della famiglia reale è in caduta libera.
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