Metti mi piace

5 dic 2010

Sciopero aereo paralizza la Spagna

MADRID. Dal nostro corrispondente
La Spagna è da ieri, e per tutti i prossimi 15 giorni, in stato d'emergenza. Una condizione eccezionale, a cui il paese nel dopo franchismo, e quindi nei suoi 30 anni di democrazia, non aveva mai fatto ricorso, ma giustificata dallo sciopero improvviso e selvaggio dei controllori di volo. Sciopero rientrato nel tardo pomeriggio di ieri, ma solo dopo l'intervento straordinario del governo e dell'esercito.
Il caos nello spazio aereo della penisola iberica è iniziato alle prime luci dell'alba, dopo che nella sede di Aena, la società che gestisce gli aeroporti spagnoli e da cui dipendono i controllori, hanno cominciato ad arrivare centinaia di certificati medici di personale che si dichiarava malato o impossibilitato a lavorare. Evidentemente un'azione concertata da parte degli oltre 700 controllori di volo, da tempo in lotta con il governo che intende imporre un nuovo contratto di lavoro con la limitazione delle ore di straordinario e, soprattutto una importante riduzione nei salari, a 200mila euro annuali di media, rispetto a una media attuale di 350mila euro all'anno, ma con picchi che vanno oltre i 700mila e in alcuni casi fino a 900mila euro. Quanto basta perché Aena perda centinaia di milioni di euro all'anno, così come Madrid-Barajas, 300 milioni e un indebitamento di 6 miliardi e Barcellona-El Prat, 42 milioni e debiti per 1,8 miliardi di euro.
Ieri a fare le spese dello sciopero selvaggio dei controllori sono stati almeno 600mila viaggiatori. Un disagio, quello negli aeroporti, solo in parte superato grazie agli oltre 20mila posti messi a disposizione dalle ferrovie e dalle linee di autobus. Una goccia in un mare in tempesta, tanto che gli scali aerei si sono presto trasformati in veri e propri bivacchi per le migliaia di passeggeri in transito, intrappolati dallo sciopero. Non solo in Spagna, ma in tutta Europa, già alle prese con i disagi del maltempo. Un effetto domino si è registrato sugli aeroporti italiani, in particolare a Roma-Fiumicino, a Milano Malpensa, Linate, Venezia e Trieste.
Il governo spagnolo ha convocato con urgenza un Consiglio dei ministri straordinario, ha imposto lo stato d'allerta generale e ha chiamato l'esercito, sottomettendo al contempo i controllori alle ferree leggi del codice militare. Questo significa che, se non dovessero rientrare al loro posto di lavoro, potrebbero essere denunciati per sedizione e condannati a diversi anni di carcere.

Nessun commento: