IL CAVALIERE LEGA E PARTITO: PER IL LEADER DUE GRANE IN UN GIORNO
Delusione verso la ex pupilla: ora serve stabilità
ROMA - Due grane in un giorno solo. Era all'oscuro della mossa della Lega contro Gianfranco Fini e ovviamente era all'oscuro, come tutti nel governo, del gesto di rottura di Stefania Prestigiacomo.
Nel primo caso Berlusconi ha chiesto ai leghisti, che ieri pomeriggio ha ricevuto a Palazzo Grazioli per gli auguri di Natale, di «congelare» per il momento l'iniziativa: la tempistica, mentre è in corso una trattativa per guadagnare alle file della maggioranza quanti più finiani possibile, non è fra le più azzeccate e opportune.
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Berlusconi e Prestigiacomo (Emblema) |
A meno che la mossa contro Fini, come sussurrano a Palazzo Chigi e non pochi ministri, non strizzi l'occhio alle elezioni anticipate: non è un mistero che Maroni e Calderoli, così come Bossi, siano convinti che il governo ha davanti una strada molto stretta, che difficilmente può evitare di impattare contro il voto anticipato. E aprire lo show down contro il presidente della Camera è un disegno divergente rispetto allo sforzo di allargare e rafforzare la maggioranza. Per questo ieri pomeriggio il Cavaliere ha ribadito la richiesta dei giorni scorsi: datemi un mese di tempo, almeno sino a metà gennaio, solo allora faremo un bilancio e decideremo cosa fare, se proseguire o se chiedere le urne.
Per il resto la giornata del premier è stata indubbiamente segnata dal gesto del ministro siciliano. Come nel caso, un mese fa, di Mara Carfagna, la reazione dell'uomo è all'insegna dell'insofferenza, forse anche della riflessione critica su alcune scelte che lui stesso ha compiuto.
È ancora una volta una donna che gli causa un danno, che a pochi giorni dalla fiducia dà un'immagine del governo di cui il Cavaliere non sentiva certamente il bisogno: «Proprio in questo momento in cui abbiamo bisogno di stabilità e di allargare la maggioranza», ha commentato con i suoi ospiti il presidente del Consiglio.
Di certo la gestione diplomatica della spaccatura è stata delegata a Gianni Letta, che a Palazzo Chigi ha visto il ministro insieme al capogruppo Fabrizio Cicchitto. Un modo anche plastico per segnare una distanza da una «pazzia», come ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli veniva definito il gesto del ministro dell'Ambiente, di cui il Cavaliere potrebbe occuparsi forse oggi, in un incontro diretto con il ministro.
Di mattina, al termine del Consiglio dei ministri, il capo del governo come ogni anno ha fatto un brindisi con i dipendenti di Palazzo Chigi. Fra le tante battute una su tutte: «Mi dovrete sopportare ancora due anni e mezzo», ovvero sino alla fine della legislatura. Al netto dell'impazienza, e dell'imprevedibilità, della Lega.
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