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3 dic 2010

L'avviso del garante al governo "Niente quotidiani agli editori tv"

Da gennaio Mediaset o Telecom Italia potranno acquistare una testata. Il monito del presidente Agcom, Corrado Calabrò, al governo: "Prorogare il divieto antitrust ai grandi gruppi"


ROMA - Se vogliamo tutelare il "pluralismo dell'informazione", bisogna impedire alle grandi televisioni di comprare giornali quotidiani. Lo chiede l'Autorità Garante delle Comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò, in una segnalazione al governo. 

Ad allarmare l'Autorità è una novità che si avvicina di ora in ora. Dal primo gennaio 2011, i colossi della tv (come Mediaset o Telecom) potranno acquistare un quotidiano, anche un grande quotidiano, se solo lo desiderano. Quel giorno, decadrà il divieto all'acquisto che la Legge Gasparri ha imposto nel 2004. 

Ma ora l'Autorità Garante per le Comunicazioni invita il governo a confermare quella barriera con un "provvedimento apposito" anche "a protezione della concorrenza e del pluralismo". La segnalazione dell'Autorità ricorda, prima di tutto, che cosa stabilisce la norma ormai in scadenza. Tira su, in sostanza, la palizzata che (finora) ha impedito che un quotidiano finisse agli editori proprietari di almeno due reti tv. Questi editori hanno dovuto rinunciare anche alla fondazione di un nuovo quotidiano, sempre in ragione dello stesso divieto. 

La regola - spiega il Garante - è stata concepita nel 2004 sulla base "delle indicazioni della nostra Corte Costituzionale". E l'Unione Europea autorizza gli Stati nazionali a confermare regole speciali (come la nostra) quando c'è il ballo il valore supremo del "pluralismo". Il Garante fa poi riferimento agli altri Paesi,dove restano in piedi tagliole che vietano "partecipazioni incrociate" (tv più giornali sotto lo stesso tetto): questo, allo scopo di prevenire "eccessive concentrazioni". Anche l'Italia farebbe bene a conservare quella barriera  -  è la conclusione finale - "in considerazione del fatto che la televisione è il mezzo principale di informazione".

Le parole del Garante sono musica per le orecchie di Paolo Gentiloni (Pd). L'ex ministro delle Comunicazioni ricorda che il divieto venne introdotto, nel 2004, grazie ad un emendamento alla Legge Gasparri a firma congiunta centrosinistra-Udc. E proprio l'Udc, per voce del deputato Roberto Rao, suggerisce ora al governo di prendere il treno del decreto "mille proroghe" per confermare quella barriera. Il "mille proroghe" passerà in Parlamento anche in caso di crisi politica. Battono un colpo infine Vita (senatore del Pd) e Giulietti (Articolo 21) che chiedono di fermare l'era della deregulation: "Dal primo gennaio - aggiungono - l'impero berlusconiano potrebbe estendersi al Corriere della Sera oppure ad un qualsiasi altro quotidiano". 

Nella sua segnalazione, il Garante tocca un altro nervo scoperto: quello del "sostegno privilegiato" che una testata giornalistica può assicurare - ad esempio al premier - in ragione del fatto che il premier stesso ne sia proprietario. Il Garante spiega che la legge vieta il "sostegno privilegiato" quando questo è attuato da emittenti televisive. Viceversa, il divieto non viene imposto alla carta stampata. Settore al quale la normativa attuale non fa alcun riferimento. Il vuoto legislativo  -  auspica il Garante  -  va riempito. 

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