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2 dic 2010

La chiave della scomparsa di Yara si nasconde in un deposito attrezzi

Trovati alcuni reperti in un locale del cantiere di Mapello. Saranno esaminati dai Ris

Gli inquirenti passano al vaglio molte segnalazioni e puntano sulla pista del maniaco


La chiave del mistero sulla scomparsa di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brambate Sopra che da sei giorni non dà notizie di sé, potrebbe essere in un deposito per gli attrezzi. Nel locale, che si trova all'interno del cantiere del centro commerciale di Mapello passato al setaccio per tutta la giornata martedì, sono stati prelevati dei reperti che saranno analizzato dai tecnici del Ris, il reparto d'investigazione scientifica dei carabinieri. Su quel deposito hanno puntato con insistenza i cani delle unità cinofile, che da giorni portano gli investigatori verso il comune distante tre chilometri da Brembate dove si trova anche la cella agganciata per l'ultima volta dal telefonino della ragazza. 

La ragazza scomparsa Le ricerche

La perquisizione Le unità cinofile

È tutto così pulito, puro, armonioso, nel mondo di Yara Gambirasio e gli investigatori cercano qualcuno che abbia voluto per forza sporcare quella purezza. "Il movente sessuale per ora sembra prevalente", dicono. E guardano al mondo della ginnastica ritmica in cui lei eccelleva, come a uno degli ambiti privilegiati d'indagine. Campionessa regionale nella sua categoria, vincitrice di due medaglie d'oro, Yara era una ragazza esposta, potenzialmente, a sguardi estranei, anche morbosi. Quanta gente abbia potuto notare nei saggi ginnici la promettente atleta, che un giorno, chissà, avrebbe gareggiato a fianco delle "farfalle d'oro" della nazionale italiana, è un interrogativo al quale il pm Letizia Ruggeri vuole dare una risposta. 

A Pesaro, nella manifestazione "Ginnastica in festa", o a Desio, in Brianza, dove si allena la squadra campione del mondo  -  giusto per citare alcuni dei luoghi nei quali si era esibita  -  o semplicemente durante una qualsiasi delle sue prove alla Polisportiva di Brembate, qualcuno, tra gli spettatori, o nella cerchia degli istruttori, tra i genitori che accompagnano le giovani sportive o fra gli avventori occasionali, può esserne rimasto colpito fino a risultarne ossessionato. Maturando poi il progetto del sequestro.

Dopo il cantiere, è stato setacciato proprio il centro sportivo di Brembate, il luogo nel quale è stata vista per l'ultima volta. La struttura è stata evacuata per consentire le ricerche ed è stata perquisita anche l'abitazione del custode, sentito poi anche dai carabinieri nella caserma di Ponte San Pietro. La sua posizione è stata approfondita perché è lui che possiede le chiavi del centro e quindi nel caso la ragazza fosse uscita dall'ingresso laterale, verso via dei Caduti dell'Aeronautica, dal lato opposto a casa sua  -  nella direzione più volte indicata dai cani  -  solo lui potrebbe aver aperto quel cancello solitamente chiuso. Ma è altrettanto probabile che la ginnasta sia uscita dalla porta principale, che dà in via Locatelli, e da lì si sia diretta nella direzione suggerita dai segugi. Forse seguendo qualcuno di cui si fidava, magari un amico o una persona adulta e conosciuta che le ha offerto un passaggio.

Le indagini dei carabinieri partono proprio dal perimetro tra la palestra e la casa di Yara e poi puntano verso Mapello. Si sentono i vicini, ai quali chiedono anche se possiedono telecamere che possano aver filmato i luoghi percorsi dalla ragazza la sera della scomparsa. E si valuta anche la testimonianza di una guardia giurata, ritenuta attendibile, che sostiene di aver visto due uomini discutere animatamente nelle vicinanze del centro. Il suo racconto, reso alla Rai e anche ai carabinieri, ha qualche similitudine con quello di Enrico Tironi, che per ora è stato denunciato per falso e procurato allarme ma che comunque, per maggiore sicurezza, potrebbe essere sentito nei prossimi giorni. 

E sempre per togliersi ogni dubbio, i militari stanno esaminando una lettera anonima che - fra le tante segnalazioni arrivate in questi giorni - sembra dare qualche indicazione più precisa, meritevole di approfondimento. A rendere difficili le indagini, però, è (oltre alla neve) anche la carenza di spunti dalla vita privata di Yara. Una ragazza tutta votata allo sport. Non aveva un computer personale e non è stato trovato, finora, nemmeno un diario nel quale fossero riportati i suoi segreti e le sue aspirazioni. La madre, in questi giorni, respinge con garbo la proposta di organizzare fiaccolate e chiede che piuttosto si preghi. "Faccio un appello, col cuore: chiunque sappia, abbia sentito a o anche solo immagini qualcosa, si faccia avanti e parli". 

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