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4 dic 2010

KRASNAJA POLJANA. Dal nostro inviato
Il protagonista del video di presentazione alla Fifa della candidatura russa per i Mondiali di calcio è un simpatico ragazzino, Sasha, che corre palleggiando per tutte le Russie fino a entrare nello stadio, gremito di gente. Si gioca Italia-Russia, Andrej Aršhavin sta per tirare ma annunciano un cambio. Entra Sasha, coglie di sorpresa Buffon e segna. La Russia ha vinto contro i più forti, Sasha si risveglia dal sogno, ma intanto è proprio Silvio Berlusconi il primo a congratularsi con Dmitrij Medvedev per aver ottenuto i Campionati di calcio 2018: «In piccola parte – si affretta a chiarire il presidente del Consiglio – abbiamo contribuito anche noi con il nostro voto».
Ci sono tre cose che proprio non si riesce a tenere fuori dal vertice intergovernativo Italia-Russia a Krasnaja Poljana, tra le montagne olimpiche alle spalle di Soci: il calcio, i telegrammi di WikiLeaks e la politica interna italiana. A quest'ultima Berlusconi dedica un intervento a parte; di WikiLeaks invece parla a fianco del suo ospite, il presidente Medvedev, che definisce «cinica» la diplomazia che dovrebbe essere un business silenzioso, ma spiega come il Cremlino non intenda legare «la qualità dei rapporti tra Russia e Stati Uniti a informazioni indiscrete. Non siamo paranoici». WikiLeaks è «un grave infortunio», sintetizza il presidente del Consiglio, convinto che non si debba dare troppo peso a comunicazioni di funzionari di ambasciata che «per far vedere di essere informati trasmettono come note riservate notizie di stampa». Nei rapporti con Vladimir Putin e con Medvedev – Berlusconi tiene a sottolineare – «non c'è mai stato un solo interesse personale. Tutti abbiamo lavorato solo nell'interesse dei rispettivi paesi».
Questo settimo vertice bilaterale, Berlusconi circondato da diversi ministri e Medvedev dallo stato maggiore del governo russo quasi al completo, sembra voler dimostrare che è proprio così, che Italia e Russia hanno una relazione particolarmente cordiale che va al di sopra di ogni insinuazione. Sia sul piano politico internazionale – Berlusconi confessa di voler riservare al primo capitolo delle sue memorie quanto ha fatto per avvicinare Mosca all'Occidente – che su quello economico e commerciale, con un interscambio, ricorda l'ambasciatore russo a Roma, Aleksej Meshkov, che quest'anno punta a toccare i 40 miliardi di dollari.
Così a Krasnaja Poljana, davanti a Medvedev e Berlusconi sfilano i ministri che vanno a firmare il frutto degli incontri bilaterali. Primo tra tutti l'accordo che consentirà il transito in territorio russo, per via ferroviaria, ad armamenti, munizioni e mezzi militari destinati alle truppe italiane in Afghanistan. «È il nostro contributo allo sforzo internazionale per rendere l'Afghanistan un paese moderno, libero dalla violenza e dal narcotraffico», commenta Medvedev. «Ci lavoriamo da tanto – spiega soddisfatto, a margine, il ministro italiano della Difesa, Ignazio La Russa – e presto arriverà anche l'accordo per il sorvolo del territorio russo». Il ministro aggiunge che tra breve verrà ultimato l'accordo per la produzione in Russia di 2.500 blindati Lince.
Con il ministro degli Esteri Franco Frattini si dà il via a un partenariato bilaterale per la modernizzazione. Mentre, per le imprese, a Krasnaja Poljana nasce un accordo di collaborazione tra Ubi Banca e la russa Vnesheconombank: insieme stanziano un plafond di 50 milioni di euro per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese nei due paesi, un accordo che le parti sono convinte contribuirà a migliorare l'interscambio tra Russia e Italia.
Enel e Interrao hanno siglato un memorandum di intenti sulla collaborazione nel campo dell'energia elettrica mentre Poste Italiane ed Elsag Datamat, del gruppo Finmeccanica, hanno dato il via alla fase operativa di un accordo per ottimizzare la rete logistica e sviluppare servizi innovativi presso i 40mila uffici postali russi. Poi, WikiLeaks o no, a Krasnaja Poljana è apparso Vladimir Putin. Si è unito a Medvedev e Berlusconi per un pranzo insieme a 1.900 metri e una visita al Superjet 100, prodotto da Sukhoj e Alenia. Saliti in cabina, i tre hanno preso posto: Berlusconi ai comandi, Medvedev come co-pilota, Putin al posto della hostess.

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