Eccone un'altra. Siamo seduti al tavolo del ristorante di pesce, sono le dieci e mezza del mattino, e negli ultimi trenta minuti questa è la sesta signora che ci interrompe chiedendo di fare una foto con Mario. Dietro all'obiettivo, di solito, un marito bonariamente divertito dall'eccitato entusiasmo della consorte.
Il re della ristorazione italiana a New York
Mario è Mario Batali, il "re" della ristorazione italiana a New York, socio insieme alla famiglia Bastianic e ai fratelli Saper di Oscar Farinettinella versione americana di Eataly, il market del cibo di qualità aperto alla fine di agosto in piena Manhattan, sulla Quinta, di fianco al mitico palazzo triangolare Flatiron. Batali sorride, si lascia abbracciare e via un altro click. Ci è abituato. È così ogni mattina, quando arriva in Vespa in questo angolo di Italia cibaria, per controllare e organizzare i tre ristoranti di cui è responsabile: la Piazza, dove si mangiano pesce o specialità vegetariane, Pizza & Pasta, e Manzo, più elegante e riservato, dove si mangia solo su prenotazione e si rischia di aspettare un mese prima di avere un tavolo. Bermuda di cotone a quadretti (anche il giorno dopo, quando fuori infuria la tempesta), calze e crocs arancioni, codino a raccogliere i capelli rossicci, Batali è una forza della natura. Non stupisce che sia nato a Seattle (50 anni fa), della West Coast ha la calma sorridente, la cordialità, l'ottimismo.
Passione italiana
A New York ci sono due tipi di persone, dice mentre snocciola i dati di un successo bel oltre le aspettative: «There are Italians and those who want to be Italians». E devono volerlo davvero, essere italiani, se in soli tre mesi di apertura sono stati superati i 18 milioni di fatturato, con una media di un milione e tre a settimana e 15mila visitatori al giorno. In sei settimane il valore degli affitti dei negozi vicini è raddoppiato. «Abbiamo investito 25 milioni – spiega Batali – e prevedevamo un fatturato di circa 50 milioni, ma ora ce ne aspettiamo almeno 70, anche perché abbiamo avuto non poche sorprese». Innanzi tutto il turnover dei ristoranti e dei banchi da asporto, con un boom della rosticceria e della pasta fresca, poi la vendita di oggettistica, come gli sgabelli e le lampade Kartell, che sono andati letteralmente a ruba.
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