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9 dic 2010

I finiani trattano e il Terzo Polo rischia già nella culla



Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio


ROMA
Bocchino è un combattente, dal suo leader ha ricevuto la consegna del silenzio. Quindi neppure sotto tortura ammetterebbe l’incontro dell’altro ieri col Cavaliere, quando nulla è stato deciso; eppure già il fatto stesso che abbiano parlamentato mette a nudo la debolezza di entrambi, ma particolarmente di Fini, l’estrema difficoltà di un passaggio che martedì prossimo lo spingerà per sempre fuori del centrodestra (se gli ex-camerati del Fli voteranno la sfiducia al governo insieme con gli ex-compagni del Pci) o per sempre con Berlusconi (se perderanno l’occasione di mandarlo a casa). Si affacciano in queste ore formule equivoche tipo «appoggio esterno» del Fli al governo, che erano tipiche della Prima Repubblica, anzi della sua fase ultima e decadente: sono indice a loro volta del dramma finiano, testimoniano il tentativo faticoso di sottrarsi alla scelta inventando in extremis una terza via provvisoria...

A leggere sui giornali dell’incontro «segreto», Casini non è rimasto contento. Chi parla con Rao, il più sveglio fra i suoi interpreti, percepisce un freddo distacco, «i conti si faranno il 14 in Parlamento, adesso è presto per tirare le somme», calma e sangue freddo. Se Fini confermerà l’intenzione di rompere con Berlusconi, il Terzo Polo rimarrà per i centristi un progetto da costruire insieme. Qualora viceversa i «futuristi» tornassero all’ovile con la coda tra le gambe, beh, mai più contare su di loro poiché un «tradimento» (quello del 2008, quando Casini fu espulso dal centrodestra con l’okay di Fini) può essere perdonato, ma due sarebbero troppi pure per un cattolico abituato a porgere l’altra guancia. A proposito: pur di dare una mano a Gianfranco, Pier ha disatteso le indicazioni ecclesiastiche, in special modo quelle del cardinale Ruini, pagando insomma un prezzo alla sua lealtà politica. Guarda combinazione, proprio oggi all’ora di pranzo il Cavaliere incontrerà il Segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, il quale gli presenterà dieci nuovi porporati di fresca nomina: un segno molto netto della benevolenza papale.

Dunque, il Terzo polo rischia la morte prima ancora di nascere. Per Fini, equivarrebbe a perdere l’ultimo treno per la fuga da Berlusconia. Balzarci sopra, tuttavia, implica il rischio di cadere tra i binari. Cresce la sensazione che Silvio possa farcela comunque, per un pugno di voti alla Camera e molti di più in Senato. Oggi è annunciato l’«outing» di tre, quattro, forse cinque deputati di opposizione che annuncerebbero in conferenza stampa l’appoggio al governo. Secondo una voce insistente, Berlusconi potrebbe pescare un deputato addirittura nelle file del partito democratico. Nel qual caso la conta girerebbe a favore del premier. Rendendo generosa ma vana (come per i Seicento di Balaklava) la carica dei finiani.

Già, perché un pugno di deputati futuristi, più l’intero gruppo o quasi dei senatori, avevano sottoscritto la mozione di sfiducia al governo sul presupposto che mai l’avrebbero votata in quanto Berlusconi si sarebbe dimesso prima del 14, aprendo la «fase nuova» chiesta da Fini. Sennonché il Cavaliere non molla di un’unghia, su tutto il resto transige tranne che su se stesso, a dimettersi non ci pensa nemmeno, specie ora che la compravendita genera profitti: e questo l’altro ieri comunicò a Bocchino. L’ultima chance di crisi pilotata con reincarico (entro 72 ore, si sbilancia a immaginare il capogruppo Fli, usurpando secondo Napoli le prerogative del Quirinale) è svanita con l’intervista di Fini l’altra sera a «Ballarò»: «Visto?», pare abbia gridato Berlusconi, «appena io accettassi di dimettermi quello mi darebbe il colpo di grazia, altro che reincarico».

Il risultato? Le «colombe» finiane non vogliono sacrificarsi inutilmente, se trattativa dev’esserci vogliono condurla loro. Ecco dunque Moffa alzare la testa, contraddire Fini, annunciare che il premier non deve per forza dimettersi. Plaude dalla sponda berlusconiana Augello, si compiace Gasparri, e a sera il meteorologo Bonaiuti dirama il suo bollettino: «Venti forti di bonaccia, ma la situazione permane altamente variabile».

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