La rottura dopo che il Lingotto ha respinto le richieste dei sindacati (Fiom, Fim e Uilm) ed escluso qualsiasi "aggancio" tra i nuovi contratti e quello nazionale dei metalmeccanici. Fiom: "Subito la parola alle assemblee dei lavoratori". La Cisl: "Per noi è solo una sospensione"
TORINO - Si è bloccata senza accordo la trattativa tra Fiat e sindacati sullo stabilimento Mirafiori. Secondo l'azienda, non ci sono le condizioni per un'intesa e neppure per riprendere i negoziati. Stamattina l'incontro era ripartito con una nuova proposta da parte dell'azienda; i sindacati l'avevano ritenuta "peggiorativa" ed avevano chiesto tempo per le valutazioni, ma da Fiat è arrivata la rottura. Al momento non si sa se e quando riprenderanno gli incontri.La discussione sul futuro di Mirafiori si è interrotta alle 13,15 con la dichiarazione della delegazione del Lingotto: "Non esistono le condizioni per raggiungere un'intesa sull'investimento". In mattinata, infatti, la Fiat aveva risposto no alle richieste "migliorative" fatte ieri da Fim e Uilm (oltreché naturalmente della Fiom) ed escluso in aggiunta qualsiasi collegamento tra il contratto dei dipendenti della Nuova Mirafiori - che nascerà in joint venture con Chrysler - e il contratto nazionale dei metalmeccanici.
"La Fiat - ha spiegato il segretario Uilm, Eros Panicali - vuole fare un contratto fiat. Noi non abbiamo interrotto la trattativa, avevamo chiesto alcuni giorni per fare una valutazione complessiva con i lavoratori e la risposta dell'Azienda, che non ci è piaciuta, è stata la presa d'atto che non ci sono le condizioni per fare l'investimento. Questo noi lo riteniamo inaccettabile".
Sulla proposta Fiat si sono invece detti disponibili Fismic e Ugl. "Abbiamo provato
a sbloccare la situazione - ha detto Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic - ma oltre al no della Fiom, Fim e Uilm si sono riservate di decidere assumendosi una responsabilità gravissima. L'azienda ha detto che non accetta riserve e riferirà a Marchionne che non ci sono le condizioni per concludere il negoziato. Noi eravamo disponibili a chiudere".
Le reazioni - "L'esigenza priopritaria - commenta il segretario torinese della Fiom, Federico Bellono - è che ora le organizzazioni sindacali convochino unitariamente le assemblee dei lavoratori". Il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto di considerare il confronto solo sospeso: "Non vengono certo da noi gli ostacoli e le difficoltà a concludere positivamente la trattativa". Per Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom, "si conferma che il modello Pomigliano, proposto anche per lo stabilimento di Mirafiori, punta a superare il contratto nazionale, a cancellare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e ad affermare in Italia un modello aziendalistico e neocorporativo".
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, fa un appello alla responsabilità delle parti: "L'investimento ipotizzato da Fiat per lo stabilimento di Mirafiori - dice Sacconi - è talmente importante per il futuro dei lavoratori, del territorio, dell'intero gruppo e dell'economia italiana da meritare la ripresa del dialogo tra le parti con priorità di attenzione a quegli aspetti sostanziali che consentono la piena utilizzazione degli impianti con i conseguenti incrementi retributivi detassati".
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