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8 dic 2010

A Cancun verso un 'accordo aperto'

A Cancun verso un 'accordo aperto'

La Conferenza dell'Onu sul clima a Cancun

Impegni su testi senza cifre, in particolare sul Protocollo di Kyoto. Si tratta di un'opzione, ha detto il ministro dell'Ambiente italiano, Stefania Prestigiacomo, quindi "molto piu' di un'apertura politica e va approfondita".

Questi i nodi delle serrate trattative in corso alla 16/a Conferenza Onu sul clima (Cop16). C'e' ancora incertezza sull'accordo che, se fosse accettata l'ipotesi di non indicare cifre, consentirebbe un risultato politico per la conferma del Protocollo di Kyoto. Si lavora su due testi che contengono molte opzioni, ma si parla di "visione condivisa".

Prestigiacomo: proposta va approfondita
"La proposta che il ministro inglese si appresta a farci - ha detto Prestigiacomo parlando dello scoglio del Protocollo di Kyoto -, cioe' di approvare un secondo periodo di Kyoto senza numeri, non e' casuale e va approfondita. Questa e' una concessione che non puo' essere data senza qualcosa di corposo in cambio".

"Quello che ci propongono non e' solo un'apertura politica ma viene discussa come opzione, quindi e' ben di piu"'. E ha aggiunto: "L'Italia vigila sul fatto che un eventuale ampliamento a una seconda fase del protocollo di Kyoto debba vedere impegni vincolanti anche per altri Paesi, come Stati Uniti e Paesi emergenti".

Gruppi di lavoro
I testi preparati dai presidenti dei due gruppi di lavoro riguardano obiettivi a lungo termine e Protocollo di Kyoto. Si parla, per il lungo termine, di "visione condivisa" che comprende, e mette sotto il cappello della Convenzione Onu, mitigazione, adattamento, finanza, sviluppo e trasferimento di tecnologie e 'capacity building' (know-how). Il tutto nella convinzione di "implementare la Convenzione adesso, fino e oltre il 2012".

Aiuti per la mitigazione
Sulla parte finanziaria, cioe' gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo per interventi di mitigazione, la prima opzione e' la conferma del fondo da 30 miliardi entro il 2012, come stabilito a Copenaghen. Ma entro il 2020 il fondo da 100 miliardi l'anno, secondo il testo uscito dalla Conferenza nella capitale danese, non ha ancora fonti certe (si usa il termine "mobilitazione") e soprattutto non esclude la World Bank dalla sua gestione, non chiarendone le politiche.

Su Kyoto occhi puntati su Canada e Giappone, secondo i quali gli impegni sono gia' contenuti nell'accordo di Copenaghen. Per Brasile, Cina e India la proroga del protocollo non e' negoziabile.

Apertura dalla Cina
La Cina ha chiarito la sua posizione in merito agli impegni volontari sui tagli delle emissioni da dichiarare in ambito Onu, che pero' restano volontari e quindi, sembra, non con i vincoli internazionali.

Secondo il Wwf internazionale la Cina si e' mostrata, rispetto al passato, "costruttiva e propositiva", uscendo da una certa chiusura che la caratterizzava. E, sui testi all'esame dei ministri, il Wwf si dice preoccupato: "Troppe opzioni, il rischio e' di arrivare alla Conferenza di Durban, in Sudafrica, nel 2011, con un testo aperto".

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