Il capo gruppo di Fli, Italo Bocchino apre al premier: "La nostra richiesta è che Berlusconi si dimetta, ma se si dichiara disponibile ad una nuova fase per l'economia e a una nuova legge elettorale, l'accordo per un Berlusconi bis si può fare in 72 ore. Un accordo è possibile, non abbiamo nessuna preclusione nei confronti di Berlusconi". Martedì sera il leader di Futuro e Libertà e presidente della Camera aveva appena detto che Berlusconi non ha i parlamentari per avere la fiducia. Se i finiani votano sì al premier, è ovvio che ovviamente l'esecutivo in carica resta.
Dalla sua Berlusconi sarebbe disposto a discutere di programma e di un nuovo patto di legislatura con Fini, non alle dimissioni. E vuole andare alla “conta” per la fiducia. Secondo la maggioranza, potrebbe avere dalla sua 313 o 311 parlamentari. Altre stime danno numeri inferiori: 307 darebbero la fiducia.
Per Fini il Governo non ce la farà ad avere la fiducia. Al momento sembra poter contare 307 voti sui 316 necessari. Per Urso di Fli potrebbe esserci un nuovo esecutivo guidato da Berlusconi con i finiani. Intanto nell'Idv c'è il caso Scilipoti, parlamentare pronto a transitare al gruppo Misto e votare la fiducia a Berlusconi se si sgancia da Di Pietro. L'esecutivo corteggia deputati incerti. E spera nell'assenza di tre deputate per maternità che il 14, se in aula, non lo appoggeranno.
''Se ci sarà un nuovo Governo, che potrebbe essere guidato ancora da Berlusconi, nel quale saranno condivisi i nostri programmi, è normale che le forze che ne fanno parte si assumano le proprie responsabilità fino in fondo'': lo dichiara a “Un giorno da pecora” a Radio2 Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Fli, definendo “probabile” l'ipotesi che Futuro e Libertà possa entrare in un Berlusconi bis.
D'avviso diverso sembra Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica sempre di Fli: il terzo polo accetta la sfida di Berlusconi, soprattutto nel caso di elezioni anticipate: "Quello che fino ad oggi viene chiamato terzo polo da domani sia un nuovo Polo della Nazione che accetta la sfida politica di Berlusconi e affronta unito le elezioni senza temerle. Se il presidente del Consiglio vuole andare alle elezioni, facendone pagare il prezzo al Paese, ebbene si vada al voto che vedrà nascere un centrodestra europeo alternativo al Pdl e la fine certa della premiership di Berlusconi".
Idv, il deputato Scilipoti. Nel frattempo nell'Italia dei valori scoppia il caso di Domenico Scilipoti, deputato che sembra pronto a transitare al Gruppo misto dove si riterrebbe libero di votare la fiducia a Berlusconi.
"L'on. Scilipoti non può addurre nessuna motivazione politica per la scelta di sostenere il governo Berlusconi. Vive da dieci anni l'esperienza del nostro partito e sa quanto sia intransigente la nostra opposizione a Berlusconi, al berlusconismo e ad un governo che si è fatto regime", afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. Aggiungendo che la scelta del deputato non dipenderebbe da ragioni politiche. "Voterò secondo le indicazioni di Idv. Fino a quando sarò in Idv", replica il deputato. "Il mio partito, per il quale mi batto da 12 anni, non ha fatto sua una sola delle mie proposte di legge, mi ha permesso una sola volta in due anni di partecipare a un question time. E come dialogo con chi minaccia una campagna stampa contro di me, di gettarmi fango addosso?". Domani il parlamentare messinese farà una conferenza stampa con Massimo Calearo e Bruno Cesario, indicati tra gli indecisi che potrebbero correre in soccorso del governo.
Sulla carta, al momento Pdl e Lega nonostante il soccorso dei repubblicani di Nucara, dell'Alleanza di Centro di Pionati e della pattuglia dei Popolari per l'Italia di Domani di Romano e di Noi Sud di Iannaccone (fuoriusciti da Mpa e Udc) si fermano a quota 307, non lontano ma neanche vicino alla vetta dei 316 voti necessari per incassare la fiducia.
Berlusconi quindi deve pescare nel gruppo Misto non ancora schierato che conta una quindicina di deputati, oggi corteggiatissimi da tutti, sperando anche in defezioni all'ultimo di qualche finiano, come nel caso del deputato Giampiero Catone o di qualche deputato dell'opposizione come Scilipoti.
Se Scilipoti, Calearo, imprenditore veneto uscito dal Pd e ora al Misto e Cesario di Portici, anche lui uscito dal Pd e passato all'Api prima di approdare al Misto, domani i tre faranno outing per il premier la maggioranza salira' a 310 voti.
Il pressing berlusconiano continua sulle minoranze linguistiche, su Siegfried Brugger, Karl Zeller e Nicco Rolando Roberto. La Svp è in trattative per il nuovo carcere di Bolzano e pare abbia ricevuto assicurazioni mentre non sembra andar bene la trattativa con i tre deputati liberaldemocratici visto che l'incerto Maurizio Grassano sarebbe orientato a non dare la fiducia. Intanto i sei deputati radicali, eletti nelle liste del Pd, non hanno ancora detto come voteranno il 14 dicembre e avanzano richieste.
In vista del 14 il centrodestra spera nelle assenze per maternità di tre deputate: Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza (entrambe del Fli) e Federica Mogherini del Pd. ''Se Berlusconi spera nella malattia di qualche deputato siamo alla disperazione'' aveva detto ieri Gianfranco Fini.
Dalla sua Berlusconi sarebbe disposto a discutere di programma e di un nuovo patto di legislatura con Fini, non alle dimissioni. E vuole andare alla “conta” per la fiducia. Secondo la maggioranza, potrebbe avere dalla sua 313 o 311 parlamentari. Altre stime danno numeri inferiori: 307 darebbero la fiducia.
Per Fini il Governo non ce la farà ad avere la fiducia. Al momento sembra poter contare 307 voti sui 316 necessari. Per Urso di Fli potrebbe esserci un nuovo esecutivo guidato da Berlusconi con i finiani. Intanto nell'Idv c'è il caso Scilipoti, parlamentare pronto a transitare al gruppo Misto e votare la fiducia a Berlusconi se si sgancia da Di Pietro. L'esecutivo corteggia deputati incerti. E spera nell'assenza di tre deputate per maternità che il 14, se in aula, non lo appoggeranno.
''Se ci sarà un nuovo Governo, che potrebbe essere guidato ancora da Berlusconi, nel quale saranno condivisi i nostri programmi, è normale che le forze che ne fanno parte si assumano le proprie responsabilità fino in fondo'': lo dichiara a “Un giorno da pecora” a Radio2 Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Fli, definendo “probabile” l'ipotesi che Futuro e Libertà possa entrare in un Berlusconi bis.
D'avviso diverso sembra Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica sempre di Fli: il terzo polo accetta la sfida di Berlusconi, soprattutto nel caso di elezioni anticipate: "Quello che fino ad oggi viene chiamato terzo polo da domani sia un nuovo Polo della Nazione che accetta la sfida politica di Berlusconi e affronta unito le elezioni senza temerle. Se il presidente del Consiglio vuole andare alle elezioni, facendone pagare il prezzo al Paese, ebbene si vada al voto che vedrà nascere un centrodestra europeo alternativo al Pdl e la fine certa della premiership di Berlusconi".
Idv, il deputato Scilipoti. Nel frattempo nell'Italia dei valori scoppia il caso di Domenico Scilipoti, deputato che sembra pronto a transitare al Gruppo misto dove si riterrebbe libero di votare la fiducia a Berlusconi.
"L'on. Scilipoti non può addurre nessuna motivazione politica per la scelta di sostenere il governo Berlusconi. Vive da dieci anni l'esperienza del nostro partito e sa quanto sia intransigente la nostra opposizione a Berlusconi, al berlusconismo e ad un governo che si è fatto regime", afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. Aggiungendo che la scelta del deputato non dipenderebbe da ragioni politiche. "Voterò secondo le indicazioni di Idv. Fino a quando sarò in Idv", replica il deputato. "Il mio partito, per il quale mi batto da 12 anni, non ha fatto sua una sola delle mie proposte di legge, mi ha permesso una sola volta in due anni di partecipare a un question time. E come dialogo con chi minaccia una campagna stampa contro di me, di gettarmi fango addosso?". Domani il parlamentare messinese farà una conferenza stampa con Massimo Calearo e Bruno Cesario, indicati tra gli indecisi che potrebbero correre in soccorso del governo.
Sulla carta, al momento Pdl e Lega nonostante il soccorso dei repubblicani di Nucara, dell'Alleanza di Centro di Pionati e della pattuglia dei Popolari per l'Italia di Domani di Romano e di Noi Sud di Iannaccone (fuoriusciti da Mpa e Udc) si fermano a quota 307, non lontano ma neanche vicino alla vetta dei 316 voti necessari per incassare la fiducia.
Berlusconi quindi deve pescare nel gruppo Misto non ancora schierato che conta una quindicina di deputati, oggi corteggiatissimi da tutti, sperando anche in defezioni all'ultimo di qualche finiano, come nel caso del deputato Giampiero Catone o di qualche deputato dell'opposizione come Scilipoti.
Se Scilipoti, Calearo, imprenditore veneto uscito dal Pd e ora al Misto e Cesario di Portici, anche lui uscito dal Pd e passato all'Api prima di approdare al Misto, domani i tre faranno outing per il premier la maggioranza salira' a 310 voti.
Il pressing berlusconiano continua sulle minoranze linguistiche, su Siegfried Brugger, Karl Zeller e Nicco Rolando Roberto. La Svp è in trattative per il nuovo carcere di Bolzano e pare abbia ricevuto assicurazioni mentre non sembra andar bene la trattativa con i tre deputati liberaldemocratici visto che l'incerto Maurizio Grassano sarebbe orientato a non dare la fiducia. Intanto i sei deputati radicali, eletti nelle liste del Pd, non hanno ancora detto come voteranno il 14 dicembre e avanzano richieste.
In vista del 14 il centrodestra spera nelle assenze per maternità di tre deputate: Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza (entrambe del Fli) e Federica Mogherini del Pd. ''Se Berlusconi spera nella malattia di qualche deputato siamo alla disperazione'' aveva detto ieri Gianfranco Fini.
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