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8 dic 2010

Assange in carcere: vado avanti

Negata la libertà su cauzione

Julian Assange è stato arrestato a Londra. Rimarrà in carcere almeno fino a martedì prossimo, quando è stata fissata, nel’udienza preliminare in cui gli è stata negata la libertà su cauzione, la data per l’esame della richiesta di estradizione formulata contro di lui dalla Svezia. Ma «Wikileaks rimarrà operativa» e continuerà a pubblicare materiale riservato, a partire dai cablorammi diplomatici americani, con nuovi ’file' sul sito, come al solito, ha promesso il suo avvocato difensore, Mark Stephens, all’uscita dal tribunale, preannunciando una seconda richiesta di libertà su cauzione a nome del suo assistito. Il fondatore del sito si è consegnato verso le nove di ieri mattina a Scotland Yard. Poche ore dopo, al termine dell’udienza durata poco meno di un’ora, la corte di Westminster gli negava la libertà su cauzione denunciando il pericolo di fuga. In molti avevano dato la loro disponibilità a contribuire alla cauzione, alcuni dei quali sono anche accorsi in aula, (fra loro, il regista Ken Loach e la celebrità e attivista, Jemina Khan).

Sono stati nel frattempo resi noti i capi di accusa formulati nei confronti di Assange: sono quattro e riguardano due diverse donne, identificate come «Miss A» e «Miss W». Come ha reso noto la portavoce della procura svedese, Gemma Lindfield, la prima sarebbe stata vittima di «costrizione illecita» lo scorso 14 agosto a Stoccolma, quando Assange avrebbe usato sessualmente il peso del suo corpo per tenerla sdraiata. Assange avrebbe in seguito «molestato sessualmente» Miss A, per avere avuto con lei un rapporto sessuale senza preservativo quando aveva «espresso il desiderio» di usarne uno. Miss A sarebbe poi stata nuovamente «molestata in modo deliberato» quattro giorni dopo, il 18. Il 17 agosto, Assange avrebbe avuto un rapporto sessuale senza preservativo con Miss W mentre era addormentata nella sua casa di Stoccolma. «Sono in molti a credere che il caso sia motivato politicamente. Sono certo che il sistema giuridico britannico è abbastanza solido per non subire le interferenze dei politici e che i giudici siano imparziali e corretti. Spero che lo stesso si possa dire dei magistrati svedesi», ha affermato Stephens, che questa mattina alle nove (le dieci in Italia) aveva accompagnato Assange con l’altro legale britannico, Jennifer Robinson, alla polizia con cui aveva fissato un appuntamento più volte cambiato per evitare la folla dei cronisti.

Il fondatore di Wikileaks nel primo pomeriggio di ieri è comparso di fronte a un giudice della corte di Westminster in abito blu, con una camicia bianca e senza cravatta. Ha risposto in modo provocatorio alle domande che gli venivano rivolte, a partire da quella per identificare il suo domicilio, che ha poi detto essere in Australia. Ha poi detto di «capire, ma non consentire» all’estradizione chiesta nei suoi confronti dalla Svezia. «Era ora. L’accerchiamento internazionale ha avuto per fortuna successo», ha dichiarato il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, informato della notizia dell’arresto. «Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali. Mi auguro che sia interrogato e processato come le leggi stabiliscono», ha aggiunto il titolare della Farnesina, che nei giorni scorsi aveva definito la pubblicazione dei cablogrammi americani come dell«undici settembre della diplomazia» e accusato il fondatore del sito di «voler distruggere il mondo». Secondo Frattini poi, «non ci si deve limitare alle indagini sullo stupro e si deve andare avanti». L’aver rivelato «segreti talvolta rilevanti della sicurezza nazionale», come «le ultime pubblicazioni sui siti sensibili di molti paesi», costituisce un crimine «grave perchè è stata fornita una mappatura gratis ai terroristi». «Mi auguro quindi che Assange sia processato anche per altri reati».

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