(AGI) - Roma, 29 nov. - Dai silenzi piu' o meno imbarazzati dei Paesi del Golfo Persico alla "solidarieta'" della Francia all'Amministrazione Usa: sono queste le reazioni alla nuova ondata di rivelazioni di Wikileaks che ha pubblicato i dispacci inviati dalle ambasciate Usa a Washington. Dal Palazzo di Vetro, tirato in ballo per il presunto spionaggio contro i suoi vertici e gli ambasciatori accreditati, il portavoce Farhan Haq ha rifiutato di fare commenti specifici, ma ha ricordato agli Usa che le Nazioni Unite dovrebbero essere considerate inviolabili. "L'Onu", comunque, "non e' in grado di commentare l'autenticita' del documento".
Il premier Silvio Berlusconi, in visita a Tripoli, ha detto di non curarsi delle opinioni di "funzionari di terzo o quarto grado" che "vengono poi riportate da giornali di sinistra" e ha negato di aver organizzato "feste selvagge". Da Doha il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha osservato che una cosa sono "i rapporti riservati degli ambasciatori" ai loro governi, un'altra la "policy" ufficiale di questi ultimi. "La comunita' internazionale, quella vera, quella che vuole migliorare il mondo e non distruggerlo come vuole Wikileakes", ha sottolineato Frattini, "deve reagire compatta senza commentare, senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di sfiducia che, se diventasse sfiducia reciproca, potrebbe bloccare collaborazioni fondamentali per risolvere le grandi crisi che vi sono nel mondo". E ha aggiunto: Berlusconi "non si sente ne' attaccato, ne' colpito, ne' offeso".
Parigi si e' detta solidale con gli Usa per le "inaccettabili" rivelazioni che "mettono in pericolo uomini e donne". Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha sottolineato di "non essere stato informato dagli Usa su questi documenti". da Gerusalemme e' trapelata soddisfazione perche' i dispacci pubblicati mostrano la solidita' delle posizioni israeliane sull'Iran: "Ne veniamo fuori molto bene", ha commentato un alto funzionario. Nessun commento ufficiale alle rivelazioni sul pressing di Riad per un intervento contro l'Iran e' arrivato dall'Arabia Saudita, ma un consigliere del governo ha definito "tutta la cosa molto negativa e un male per gli sforzi volti ad accrescere la fiducia". Intanto gli Usa hanno aperto un'inchiesta sul trafugamento dei 'file' e ha annunciato un giro di vite sulla gestione dei documenti riservati: le nuove procedure dovranno garantire che "ai dipendenti non sia fornito accesso a piu' documenti riservati di quelli necessari per svolgere efficacemente il proprio lavoro".
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