Quattro agenti attorno allo zio di Sarah che ha iniziato a raccontare quello che è successo il 26 agosto davanti al gip Martino Rosati. Oggi la sua versione definitiva sull'omicidio della nipote e sulle fasi successive: da quello che è successo nella villetta all'occultamento del cadavere nel pozzo
Non si sono guardati negli occhi. Per prima è entrata Sabrina ed è stata fatta accomodare insieme con i suoi legali e quelli di parte civile in una specie di aula scolastica. Dopo poco è arrivato suo padre Michele, visibilmente emozionato, che protetto da quattro agenti di polizia penitenziaria (che gli faranno da paravento per tutto l'interrogatorio) si è seduto davanti al gip Martino Rosati, al procuratore aggiunto Pietro Argentino e al sostituto procuratore Mariano Buccoliero. E' cominciato alle 12,30 l'incidente probatorio di Michele Misseri: davanti al giudice, con lo sesso valore di una dichiarazione durante un'udienza, "zio Michele"dovrà dare una versione definitiva su quanto accaduto quel 26 agosto in via Deledda. Come, chi e dove abbia ucciso Sarah Scazzi. Nell'ultimo racconto, Misseri ha raccontato che ha fato tutto da sola Sabrina: lui dormiva, la figlia lo ha svegliato, è corso nel garage e ha trovato Sarah per terra, morta, con una cinta attorno al collo. Dopodichè – dopo aver promesso alla figlia di prendersi tutte le responsabilità – aveva provveduto personalmente a occultare il cadavere in quella cisterna in un terreno di famiglia. Aveva fatto tutto da solo, aveva giurato. E aveva insistito anche sull'assoluta estraneità a tutta la vicenda della moglie Cosima.
FOTO I mille volti di Sabrina
Oggi si capirà se Misseri confermerà questa versione o ne offrirà ancora una nuova davanti a sua figlia e a una pletora di consulenti nominati dalle parti. E' possibile, qualora i tempi di dovessero dilatare, che l'interrogatorio sia spezzato in due fasi con il controesame (le domande delle difese di Michele e Sabrina) rimandato a domani mattina. "Io ho consigliato al mio assistito di rispondere" ha spiegato l'avvocato Daniele Galoppa, "certo è molto teso: io spero che dia finalmente una verità definitiva. Comunque non ha smesso di volere bene alla figlia". Le parole sono le stesse che Sabrina fa rimbalzare fuori dal carcere tramite i suoi avvocati, Emilia Velletri e Francesca Conte. "Speriamo che il padre dica la verità: una ragazza è in carcere ingiustamente. Sabrina è delusa, arrabbiata ma non rassegnato: soprattutto continua a dire di volere sempre bene al padre". Anche senza intervenire direttamente, stanno assistendo all'esame i criminologi Roberta Bruzzone (consulente di Michele Misseri) e Massimo Picozzi (per la famiglia Scazzi), la psicologa Cinzia Gimelli (per Sabrina), l'ex comandante dei Ris Luciano Garofano (per Scazzi) più sette avvocati in tutto.
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