Al via campagne del centro sociale delle Piagge e dell'Arci. Lo psichiatra: i casinò su internet sono la prima trappola. Maxi controlli in bar e circoli
Y. ha 16 anni, ha ripetuto la terza media due volte e ora, invece di andare a scuola, la mattina si infila dentro una sala giochi vicinissima alla scuola, in via Pistoiese. Due tre giorni alla settimana, minimo. "Ci passa ore" spiega il gestore, che chiede l'anonimato. Sa benissimo di poter essere multato, visto che le slot sono vietate ai minorenni. "Ma come faccio a cacciarlo, è più grosso di me". Y. non ci sente: "Gli chiedo sempre dove trova quei soldi" dice il gestore, "lui alza le spalle". S. ha 18 anni, con i suoi genitori ha sempre frequentato la Casa del popolo di Brozzi, dove, insieme a suo padre, è diventato un fan delle slot. Troppo. "Sono preoccupata per tutti e due" spiega la madre. E ora una nuova sala giochi, con bar e pizzeria, sta per aprire a Peretola, nei locali dell'ex Stefan, all'angolo fra via Stuparich e via Martucci, in una zona dove per i giovani non c'è nient'altro di attraente.
Scene di vita quotidiana dal quartiere 5, dove il disagio sociale è fatto anche di sogni che si avverano con un clic (quando si avverano, e sennò ci si prova all'infinito), offerti dallo Stato. Concentrati là dove la "pesca" (e i proventi per i Monopoli) è assicurata, i luoghi dei più poveri, degli immigrati, dei disoccupati, dei pensionati, degli adolescenti con famiglie distratte e una scuola che li ha mollati, ma diffusi ovunque. E capaci di sedurre un numero crescente di giovani, anche minorenni (circa il 40% degli studenti italiani fra i 14 e i 19 anni gioca almeno una volta all'anno, e il 24% dei giocatori spende fra gli 11 e i 50 euro al mese, dati Cnr), vittime, sempre più spesso, di vere e proprie dipendenze. È di fronte a tutto questo che il Centro sociale delle Piagge, da anni osservatorio del disagio, ha deciso di avviare il primo censimento sistematico delle slot machine presenti nel quartiere, nei bar, nei tabacchi, nelle sale giochi, ma anche nelle Case del popolo, nei circoli ricreativi, nelle Sms, dalle Piagge a Brozzi, da Peretola a Quaracchi, fino alla prima parte di via Baracca. Con un obiettivo: fargli la guerra. "Senza moralismi, ma puntando sull'offerta di alternative", spiega Adriana Alberici, anima dell'iniziativa e consigliera di Perun'Altracittà al quartiere 5 (che ha appena approvato la sua mozione contro la sala giochi di Peretola e si è impegnato a portare la guerra alle slot in Comune).
Tre operatori batteranno a tappeto gli esercizi commerciali, per fare un elenco delle macchinette da presentare a Palazzo Vecchio, "con la speranza che, di fronte alle reali dimensioni del fenomeno si decida ad avviare una politica di contrasto". Puntando sui controlli, ma anche sulla realizzazione di luoghi più attraenti di una sala giochi, dai cinema alle biblioteche, dalle ludoteche ai campi sportivi, dai centri giovani ai laboratori. Se non si farà presto, avverte Alberici, "nei quartieri più a rischio si formerà una generazione di giocatori d'azzardo, inebetiti davanti a un video poker o a una new slot". E il contrasto ai videogiochi passa anche da controlli efficaci, finora inesistenti (i 20 vigili annonari devono controllare tutta la rete commerciale di Firenze), con multe ai gestori che fanno giocare i minorenni. Intanto, anche l'Arci, i cui circoli non sono affatto immuni dalle slot, a partire dalla Toscana ha inaugurato una campagna nazionale contro le macchinette mangiasoldi. Forte del successo di quella già condotta a Empoli, dove, nel giro di un paio d'anni, sono sparite quasi ovunque "senza perdite di soci", ricorda il presidente regionale Vincenzo Striano. "E senza imposizioni dall'alto, bensì attraverso il coinvolgimento di gestori, gruppi dirigenti dei circoli, soci, frequentatori, su una riflessione sugli stili di vita", con premi ai circoli virtuosi, che invece delle slot hanno aperto teatri, sale da ballo, corsi di cucina.
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