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16 nov 2010

Sarah, trenta minuti di gialllo l'ora del delitto alla moviola

Per la procura Sabrina e il padre hanno avuto più tempo per uccidere e nascondere il cadavere.Riascoltata la coppia che vide Sarah sulla strada. L´avvocato di Michele: non vuole vedere più nessuno. Valentina e Cosima tornano da Sabrina


TARANTO - Controlli incrociati per fissare l´ora del delitto. Ruota intorno alle zone d´ombra che ancora restano gli accertamenti effettuati ieri nell´ambito dell´indagine sulla morte di Sarah Scazzi. Gli investigatori hanno nuovamente ascoltato la coppia di giovani fidanzati che vide la piccola Sarah, mentre camminava nelle strade di Avetrana il 26 agosto, poco prima di essere uccisa. Un delitto orribile per il quale sono in cella Michele e Sabrina Misseri, zio e cugina della quindicenne.

I due compaesani della vittima la notarono in viale Kennedy. Quella che per tutti nella cittadina del Salento è la via per il mare. Era a metà dei 533 metri che dividono la sua casa da quella dei Misseri. I due ragazzi erano in auto. La riconobbero subito. Agli investigatori dissero di averla vista intorno alle 14.25. E ieri hanno ripetuto quello che già avevano messo a verbale. Con tutte le cautele del caso. Perché ammettono di non poter essere precisi. E la loro testimonianza aggiunge poco alla ricerca di certezze che vede impegnati i pm Pietro Argentino e Mariano Buccoliero. I due magistrati lavorano sodo per ricostruire gli ultimi minuti di vita di Sarah. Confrontano testimonianze e orari dei tabulati telefonici con le dichiarazioni di Michele Misseri.

L´incessante attività sull´omicidio di Sarah sta lì a dimostrare che c´è ancora qualcosa da scoprire. Dettagli, forse, ma che non possono arginare la ricerca di tutta la verità. Il punto di partenza degli ultimi accertamenti è proprio quello da cui è cominciata questa vicenda. La casa di vicolo Verdi II, da dove Sarah uscì il 26 agosto per andare incontro al suo tragico destino. La badante rumena dice che varcò la soglia dopo le 14. La sua testimonianza sembra allargare i tempi dell´omicidio. Che però, si restringono se si tiene conto di quanto raccontano i due testimoni ascoltati ieri. Anche in quest´ottica si propone come fondamentale l´appuntamento l´incidente probatorio di venerdì prossimo. Quando al centro della scena salirà ancora una volta Michele Misseri.

Il contadino dovrà rispondere alle domande di magistrati e avvocati. E ricostruire quanto avvenne il giorno della morte di Sarah. Di quella tragedia ha già cambiato a ripetizione ruoli e responsabilità. Nella più recente delle sue rivelazioni si è sfilato dalla scena del delitto. Ha accusato la figlia Sabrina. "È stata lei a strangolare Sarah con una cintura". Ha anche aggiunto dettagli che sembrano confortare il movente dell´assassinio. Ovvero la gelosia della figlia per le coccole che la ragazzina strappava ad Ivano, il ragazzo del quale Sabrina era innamorata. L´uomo, infatti, ha parlato dei rapporti tesi tra le due cugine. "Era roba di invidia", spiega Misseri. "Sì, invidia di Sabrina verso Sarah", interviene la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa dell´uomo. "Sì, sì", conferma Michele. Poi parla il pm Buccoliero. 

"Quindi di questo litigio l´hai saputo".
"L´ho saputo, però non te lo so spiegare" dice Michele.
"Tra Ivano, Sabrina e Sarah", insiste il pm.
"Sì", ribadisce l´indagato.
"A che periodo si riferisce? Sempre d´estate, Agosto?", continua il pm.
"Sempre prima che scomparisse Sarah, sì. Agosto", ribadisce Misseri.
"Ma questo l´hai saputo da chi?", torna a chiedere Buccoliero.
"Non mi ricordo se l´ho saputo da mia moglie o dagli altri amici, perché tempo di estate ne frequentavano molti amici, quelli", chiude lo zio di Sarah.

Brandelli di una verità che sarà blindata venerdì. In vista di quell´appuntamento Misseri ha scelto di chiudere i ponti con i familiari. Vuole riflettere nella sua cella e non vuole incontrare nessuno. "Non vuole vedere i parenti e neanche gli psicologi" ha detto il suo legale Daniele Galoppa. La moglie Cosima e la figlia Valentina, però, ieri sono tornate in carcere. Non da lui, ma da Sabrina, apparsa molto provata dalla decisione con la quale il Riesame ha confermato il carcere. Sabrina ha incontrato anche il suo legale, l´avvocato Vito Russo. "Mi chiede continuamente delle fasi del processo - ha detto il difensore - e dei passi da intraprendere per dimostrare la sua innocenza".

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