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27 nov 2010

Quel Farabutto di Vauro: «Quando finirà il berlusconismo? Stapperò champagne»

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IL VIGNETTISTA HA PRESENTATO IL SUO ULTIMO LIBRO

«Il contratto con Annozero? Non lo firmeranno mai. Io comunista? Pensi che ho chiamato Rosso mio figlio»

MILANO - Qualcuno gli lancia una sfida: un bicchiere d'acqua sul tavolo. Alla fine, per fortuna, corre ai ripari. Così anche Vauro Senesi può festeggiare da par suo con un buon bicchiere di vino (anche se non rosso) l'uscita del suo ultimo libro: Il Farabutto - Dichiarazioni d'amore molesto (edizioni Piemme). Presentata alla Feltrinelli di Milano, quella di Vauro è una raccolta di vignette, disegni e pensieri, graffiante antidoto al «peggio che avanza». Ed è il solito Vauro: impenitente, sarcastico, ironico, velenoso. Ma inaspettatamente si scopre il Vauro che non t'aspetti: poetico e commovente, come quando parla di bambini e di guerra.

L'INTERVISTA - Gli scritti satirici del signor Senesi riverberano il suo sguardo graffiante sull'Italia, la nostra politica, il pantano nostrano e internazionale. Vauro è sempre al centro delle polemiche. Ma non si lamenta se ancora il contratto per la sua partecipazione ad Annozero non è stato firmato. «E forse mai lo sarà», ammette. Anzi, orgoglioso di non essere consumista e di essere comunista, aiutato dal buon senso, rivendica di non possedere un'auto e di aver persino chiamato «Rosso» il suo figliuolo. «La fine del berlusconismo? Del berlusconismo sia chiaro, non di Berlusconi. Beh, stapperò champagne, anche se penso che quando accadrà sarà già abbastanza evaporato». Infine, confessa d'essere pistoiese, «purtroppo» come mamma Ebe e Licio Gelli, e racconta al pubblico la sua sincera amicizia con Michele Santoro che culmina con la prefazione «gratuita» al libro. Una sorta di cambio merci «impari» con il conduttore a saldo delle sue vignette gratuite che chiudono la trasmissione. Insomma un corsaro che certamente fa ridere. Amaramente.

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