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16 nov 2010

Per gli ex detenuti di Guantanamo un risarcimento milionario dalla Gran Bretagna

Sei uomini hanno accusato alcuni membri dei servizi segreti britannici di complicità nelle torture. Uno di loro otterrà oltre un milione di euro. Attesa per oggi una dichiarazione ufficiale al Parlamento

LONDRA - La Gran Bretagna pagherà milioni di sterline in risarcimenti ad ex detenuti di Guantanamo che sostengono di aver subito torture esercitate con la complicità dei servizi britannici. Sulla vicenda, l'ufficio del primo ministro David Cameron ha riferito che il governo trasmetterà oggi al Parlamento una dichiarazione ufficiale. Secondo i media britannici la decisione è il frutto di settimane di trattative tra i rappresentanti legali del governo e degli ex detenuti. Lo scorso luglio Cameron aveva riferito che il governo aveva intenzione di trattare, ed eventualmente accordare risarcimenti agli ex detenuti di Guantanamo. È probabile che il governo voglia in questo modo evitare una causa lunga e costosa, che avrebbe messo i servizi segreti di intelligence inglesi sotto i riflettori.

A quanto pare, uno dei detenuti otterrà oltre un milione di euro. Sempre a luglio, dopo una lunga battaglia giudiziaria, la giustizia britannica aveva ordinato la pubblicazione di più di 500 mila documenti relativi al caso. Alcuni riguardavano Binyam Mohamed, detenuto a Guantanamo per oltre quattro anni prima di essere trasferito in Gran Bretagna. Mohamed fu arrestato in Pakistan nel 2002. Trasferito in Marocco, fu torturato e poi trasferito nel carcere di Guantanamo. Lo scorso anno è stato rilasciato.

Il Foreign Office aveva inizialmente impedito la pubblicazione dei documenti forniti dai servizi segreti americani, invocando la sicurezza nazionale e la necessità di preservare la riservatezza delle comunicazioni scambiate tra Londra e Washington. 


Sono sei gli ex detenuti di Guantanamo -Binyam Mohamed, Bisher al-Rawi, Jamil el Banna, Richard Belmar, Omar Deghayes et Martin Mubanga - che hanno accusato alcuni membri del MI5 di complicità nelle torture. 

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