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30 nov 2010

Parentopoli all'Atac, c'è posto per tutti: ecco i nomi

ROMA (30 novembre) - Avanti c’è posto. Un bel posto all’Atac a tempo indeterminato. E anche se è una società pubblica non serve un gran curriculum. Perché si entra per chiamata diretta. Spesso basta conoscere il politico giusto nel momento giusto. Oggi di destra. Ieri di sinistra. Un colloquio per salvare l’apparenza ma non la faccia. Perché alla fine i nomi, i cognomi, le parentele, i flirt saltano fuori. E la fine, all’Atac, sembra arrivata. Così, mentre si insedia la commissione d’inchiesta interna, voluta dal sindaco Alemanno, per fare luce sulle oltre 800 assunzioni fatta dall’ex amministratore delegato Adalberto Bertucci, ecco spuntare fuori anche i nomi delle gestioni precedenti quando a guidare il Campidoglio c’era Francesco Rutelli prima e Walter Veltroni poi.


Conti in rosso e assunzioni a go-go.
Come denunciato dal Messaggero a giugno la fusione delle aziende del trasporto pubblico della Capitale, voluta dalla giunta Alemanno, invece di limare i costi del personale li ha fatti lievitare. I dirigenti sono cresciuti da 93 a 111, i quadri da 250 a 260, gli impiegati da 1948 a 2177, ben oltre il turn over e con una percentuale di personale non addetto alla produzione pari a circa il 12%. In totale le assunzioni sono state 824 contro 439 cessazioni dal servizio e ancora mancano gli autisti in grado di portare in giro i bus per la città. Un quadro che mandò su tutte le furie il sindaco che ad agosto, dal palcoscenico di Cortina Incontra, annunciò grandi novità ai vertici dell’Atac. E così è stato: Bertucci è stato “dimesso” e al suo posto è arrivato il capo di Gabinetto Maurizio Basile. Ma i “giochi” sotto banco ormai erano già belli e fatti. Solo che adesso il banco è saltato. Per tutti. E ne fanno le spese quelli assunti per merito e quelli per “grazia ricevuta”.

Oggi a destra. Con Bertucci amministratore delegato la gestione del personale è stata, come dire, un po’ “disinvolta”. A partire proprio da lui che, non appena insediato, fra i suoi primi atti recluta il genero: Patrizio Cristofari che in un batter d’occhio diventa responsabile del mantenimento opere civili e impianti. In questi ultimi tempi, all’Atac sono arrivate anche molte “first lady”. La più in vista è senza dubbio Stefania Fois che guida il settore la Comunicazione della società. Un’esperta massmediologa? Macchè, sul suo sito internet si presenta come pittrice e lei non fa segreto di essere la compagna del deputato, e storico consigliere comunale di An, Marco Marsilio. Come dirigente, invece, c’è Claudia Cavazzuti che all’anagrafe risulta sposata con Stefano De Lillo, parlamentare del Pdl e fratello dell’attuale assessore capitolino all’Ambiente. E la lista è lunga, purtroppo lunghissima. Compresa anche Giulia Pellegrino che è stata assunta come segretaria del direttore industriale Marco Coletti: ha un passato da cubista in discoteca che non è certo una colpa. Anzi in questo scenario forse è una delle posizioni più decorose.

Ieri a sinistra. Se Sparta piange, Atene di certo non ride. Adesso, infatti, stanno saltando fuori anche le assunzioni “particolari” avvenute quando l’Atac e il Comune di Roma erano nella mani della sinistra. un nome su tutti: Roberta Pileri, ex compagna e madre della figlia, dell’assessore alla Mobilità della Giunta Veltroni Mauro Calamante. E’ stata assunta dirittamente come dirigente proprio quando Calamante era assessore. E il caso vuole che la Pileri lavori nello stesso ufficio della Fois (andranno d’accordo?). Il consigliere comunale del Pd, Maurizio Policastro (ex segretario regionale confederale Cisl) è riuscito a far entrare entrambi i figli Stefania nel 2004 e Renato del 2006. E a proposito di figli c’è Aldo Ciani, dirigente Trambus Open, il cui papà è l’ex assessore ai Trasporti della giunta Marrazzo, Fabio Ciani.

In questo calderone ci finiscono anche gli attuali consiglieri comunali del Pd: Daniele Ozzimo è stato assunto all’Atac il 22 aprile del 2003 quando già era segretario dei Ds (democratici di sinistra) nel V municipio. Stessa cosa per Massimiliano Valeriani che è anche presidente della commissione capitolina Trasparenza. «Lo sanno tutti che sono un dipendente Atac dal 2002 - si difende Valeriani - L’ho sempre dichiarato e ne sono orgoglioso». Certo le date non lo aiutano: nel 2002, infatti, Valeriani era già un consigliere del Ds nel VI municipio. Ed è lì, che senza alcun concorso, ma anche lui per chiamata diretta (almeno è laureato) è stato assunto in Atac alla direzione affari legali e societari. C’è poi un capitolo Walter Tocci, assessore al Traffico della giunta Rutelli. Chi ha lavorato nel suo staff, quando Tocci ha lasciato l’incarico, non è certo rimasto con le mani in mano. Caterina Marrone (ex caposegreteria di Tocci e già dipendente comunale), Lorena Saccarelli (nello staff di Tocci) e Paolo Piva (anche lui nel medesimo ufficio) si sono ritrovati per caso tutti insieme appassionatamente a lavorare in Atac. All’ufficio stampa dell’azienda di trasporto è arrivato, poi, Paolo Petrucci fratello di quel Luca avvocato di Veltroni ed ex presidente dell’Ater.

Non solo Atac. Dopo la Panzironi’s story (Franco amministratore delegato dell’Ama, il genero nelal stessa azienda, il figlio dopo essere stato nello staff del sindaco è stato assunto all’Eur spa) adesso si vuol fare luce sul resto dell’universo societario capitolino. A farlo è il consigliere comunale del Pd Athos De Luca anche se le sue parole, non per colpa sua, questa volta risultano un po’ stonate: «Chiediamo di estendere l’inchiesta interna anche ad Ama ed Acea - afferma - Come Pd insistiamo nella necessita e urgenza di nuove regole, sulla trasparenza, assunzioni, appalti e incompatibilità, per rendere giustizia ai cittadini e porre fine a una morale della convenienza, che sembra stia prendendo il sopravvento».
D.Des.

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