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13 nov 2010

Mamma Ebe rischia un nuovo processo

GIGLIOLA GIORGINI È STATA ARRESTATA LO SCORSO 11 GIUGNO

Le accuse sono associazione per delinquere per l'esercizio abusivo della professione sanitaria e truffa aggravata

Gigliola Giorgini, conosciuta come Mamma Ebe
Gigliola Giorgini, conosciuta come Mamma Ebe
PISTOIA - Forse ci si sarà un processo bis contro Mamma Ebe, al secolo Gigliola Giorgini, la guaritrice bolognese di 76 anni, fondatrice del falso ordine religioso di Gesù Misericordioso, mai riconosciuto dalla Chiesa. La procura di Pistoia ha chiesto il suo rinvio a giudizio, quello del marito Gabriele Casotto, 55 anni, dell’ex parroco di Lamporecchio e di altre quindici persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo della professione sanitaria e alla truffa aggravata. Se il 1° dicembre il gip di Pistoia, Luciano Costantini, accetterà le richieste del pm, Gigliola Giorgini, il marito e i suoi seguaci, dovranno ancora una volta giustificarsi da accuse pesantissime.

«GUARITRICE» - Insomma, dopo trent’anni di denunce, arresti, processi e condanne passate in giudicato, la santona di San Baronto, una località sulle colline di Pistoia dove la Giorgini si era trasferita acquistando una villa lussuosa, rischia una nuova incriminazione. Secondo le indagini, partite nel 2008, la donna, insieme al marito e ad altri quindici adepti, avrebbe continuato a svolgere la sua opera di guaritrice non arrendendosi neppure davanti a malati di cancro. «Davanti alla sua villa c’era sempre una lunga coda di pazienti», aveva raccontato un testimone ai magistrati. Ci sono testimoni che avrebbero dichiarato di essere stati visitati dalla «guaritrice» e dai suoi più stretti collaboratori ricevendo, in cambio di offerte dalle 50 alle 100 euro esentasse, massaggi, trattamenti di agopuntura, pomate e unguenti per curare decine di malattie tra le quali anche i tumori e pare anche psicofarmaci.

DENUNCE - Denunciata una prima volta nel 1980 per sequestro di una ragazza entrata nel suo falso ordine, Mamma Ebe è stata condannata (con sentenza definitiva) a sei anni di reclusione. Dopo un arresto (e un’assoluzione nel 1992), la «santona» è tornata in carcere nel 2002, nel 2004 e infine a luglio di quest’anno per associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica, truffa e falso. Per i fatti di Cesena, la donna è stata condannata dal tribunale di Forlì a sette anni di carcere. Mamma Ebe ha sempre respinto le accuse. «Nella mia vita ha sempre e soltanto voluto aiutare le persone sofferenti. Nessun compenso per questo, e mai nessuna attività di tipo medico», aveva dichiarato anche negli ultimi interrogatori davanti al pm Francesco Sottosanti. Tra le persone sotto inchiesta c’è anche don Sebastiano Maheste, un prete cinquantenne di origine congolese, ex parroco di Lamporecchio. Secondo l’accusa il sacerdote avrebbe partecipato alle riunione a casa di Mamma Ebe.

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