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30 nov 2010

La stampante ci spia Uffici e aziende sono zeppe di stampanti con funzionalità sofisticate di scansione, stampa, copia, invio e ricezione fax, condivisione di rete... Ma siamo proprio sicuri che questi dispositivi non facciano niente altro che il lor

Da che mondo è mondo siamo abituati a considerare unastampante o uno scanner come un oggetto "stupido", un semplice dispositivo I/O privo di una propria capacità elaborativa autonoma e, quindi, totalmente asservito ai comandi del PC.
Questa visione ci deriva dall'epoca in cui le cose stavano davvero così: quando, ad esempio, una stampante non era altro che un semplice congegno elettromeccanico privo di capacità elaborativa locale e, quindi, pilotato. 
Non parliamo poi di oggetti quali le fotocopiatrici, che continuiamo a percepire come strumenti di lavoro passivi e addirittura meccanici, anche se sappiamo bene che oramai sono anch'essi totalmente elettronici.

Il progresso tecnologico ha reso più "intelligenti" le stampanti e i loro cugini  trasformandole in dispositivi multifunzionali evoluti, ma questo non ha sostanzialmente modificato il modo in cui le consideriamo: oggetti sostanzialmente passivi, ed intrinsecamente affidabili. 

A nessuno verrebbe in mente che una stampante o una copiatrice possa spiarci, o che uno scanner possa rifiutarsi di acquisire un'immagine che non gli piace: sarebbe come pensare che il nostro frigorifero cerchi deliberatamente di avvelenarci, o che la lampada della scrivania mandi di nascosto messaggi agli alieni! 

Eppure questo scenario non è frutto degli incubi angosciosi di qualche scrittore di fantascienza orwelliana, ma la pura realtà dei nostri giorni. 

Già da qualche anno, infatti, molte delle cosiddette "macchine da ufficio" con qui interagiamo quotidianamente sono perfettamente in grado di agire di nascosto, più o meno "in buona fede", compiendo a nostra insaputa azioni autonome: alcune delle quali possono quantomeno crearci dei rischi, se non addirittura ritorcersi contro di noi.

Questo accade perché tali dispositivi sono oramai tutti "intelligenti", ossia basati su microprocessori sempre più potenti controllati da firmware sempre più complessi e sofisticati: in essi è facile per i produttori inserire funzioni di utilità così "avanzate" da risultare spesso troppo invasive, se non decisamente pericolose per gli utenti. 

Alle volte si tratta proprio di specifiche funzionalità di "sicurezza", magari imposte più o meno riservatamente da qualche governo od organismo sovranazionale, le quali vengono introdotte al fine di inserire nel dispositivo veri e propri meccanismi di controllo del comportamento degli utenti o addirittura di prevenzione contro attività "indesiderate"...

Paranoia? Teorie del complotto? Nient'affatto: è la pura e semplice realtà, come vedremo analizzando alcuni casi eclatanti.



Caso numero 1: le stampanti chiacchierone
Cominciamo da uno degli esempi più noti ed antichi di funzioni nascoste deliberatamente inserite all'interno di dispositivi di largo uso a fini di controllare (o meglio "tracciare") l'uso che ne viene fatto: quello dei "micropunti" prodotti dalle stampanti laser a colori.

Portato all'attenzione del pubblico nel 2004 da un articolo di PC World, da allora è attentamente studiato da molti ricercatori e monitorato in particolare dalla Electronic Frontier Foundation, l'organizzazione senza fini di lucro che si batte per la libertà dei diritti nel mondo digitale.

In pratica ci si è accorti che quasi tutte le moderne stampanti laser a colori, ovvero quelle prodotte a partire dalla seconda metà degli anni '90 da tutti i principali costruttori mondiali, inseriscono su ciascuna pagina stampata un particolare reticolo di microscopici puntini gialli, pressoché invisibili ad occhio nudo per via dello scarso contrasto e delle ridottissime dimensioni con cui sono tracciati. 

Analizzandoli meglio si è scoperto che non si tratta di artefatti o errori di stampa ma di un'azione sistematica e deliberata: i puntini infatti marcano steganograficamente ogni foglio prodotto dalla stampante riportandovi, in forma opportunamente codificata, le informazioni chiave che consentono di tracciarne l'origine, ossia data e ora della stampa e numero di matricola della stampante.

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