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29 nov 2010

L CASO WikiLeaks, l'ira di Berlusconi "Mai partecipato a festini selvaggi"

Il premier: "Solo chiacchiere di funzionari di terzo grado". "Ragazze pagate per mentire". Il titolare della Farnesina Franco Frattini si scaglia contro il fondatore del sito pirata: "Vuole distruggere il mondo". Gianni Letta: "Atterriti se questi sono i costumi". Bersani: "C'è poco da  ridere, Berlusconi se ne vada"

ROMA -  Ieri, davanti alle rivelazioni di WikiLeaks 1, aveva riso. Oggi, però, reagisce in modo molto meno allegro. "Non frequento festini selvaggi, quelle notizie arrivano da funzionari di terzo grado" tuona Silvio Berlusconi. Parlando a Tripoli a margine del summit Ue-Africa il premier aggiunge che le nuove rivelazioni "sono riportate dai giornali di sinistra" e "danneggiano l'Italia". In quei rapporti si parla di un premier che si lascia andare a "party selvaggi". Berlusconi, però, non ci sta. E si chiede, polemicamente, chi "chi paga" le ragazze che stanno raccontando come si svolgevano le serate dal Cavaliere.A partire dalla escort emiliana Nadia Macrì.   2Per Berlusconi, invece, non c'è nulla da nascondere. "Una volta al mese offro delle cene nelle mie case, dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante" taglia corto il premier.

Per poi aggiungere: "Ma secondo voi, cosa spinge una ragazza a dichiarare il falso e a dichiararsi prostituta in televisione? Significa che non potrà mai avere una vita normale, un marito normale, e non potrà più nemmeno fare la prostituta".

Frattini contro Assange. WikiLeaks vuole
"distruggere il mondo". Franco Frattini alza nuovamente i toni dopo le rivelazioni del sito pirata che hanno fatto luce sui dispacci, fino a ieri segreti, delle ambasciate Usa. Se ieri Frattini aveva parlato "dell'11 settembre della diplomazia", oggi attribuisce al fondatore del sito, Julian Assange una volontà criminale. E invita a reagire. "Esorto la comunità internazionale a reagire compatta senza commentare e senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di fiducia, che se diventa sfiducia reciproca può bloccare collaborazioni fondamentali per risolvere grandi situazioni di crisi" attacca il titolare della Farnesina. Che difende il premier: "Berlusconi evidentemente non si sente nè attaccato, nè colpito, nè offeso. Molte notizie che abbiamo letto erano già uscite sulle prime pagine dei giornali di opposizione". 

Ma se da una parte si lascia andare a toni allarmati, dall'altra, Frattini, minimizza la portata dei documenti. "I rapporti riservati degli ambasciatori non rappresentano la policy di un paese - continua il ministro degli Esteri - Sarebbe devastante far credere che la policy degli stati uniti sia di sfiducia verso un gran numero di paesi che sono invece stretti alleati dell'america. Penso innanzitutto all'italia".

Letta: "Atterrito dai costumi". 
Più cauta la reazione di Gianni Letta. "Se questi sono i costumi dell'epoca in cui viviamo c'è da restare atterriti e sconfortati" dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio durante la consegna dei primi Coni-Ussi. "La coincidenza ha voluto che questa cerimonia che ci invita a leggere cose belle, pulite, utili, avvenisse nel giorno in cui i giornali squadernano una quantità di presunti segreti che riguardano l'universo mondo e anche il nostro paese - continua Letta -. Queste cose inducono allo sconforto e allo sconcerto perchè se questi sono i costumi della vita politica c'è da essere atterriti". Lapidario il titolare del Viminale, Robero Maroni: " "Non sono uno che ama guardare dal buco della serratura". Per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, il problema non sono le rivelazioni sui vari leader europei, quanto "la debacle a cui è andata incontro la struttura diplomatica statunitense che è stata bucata e per molti aspetti beffata". Mentre il governatore lombardo Roberto Formigoni punta il dito contro Assange, definendo la pubblicazione "un fatto molto grave" e augurandosi "che non ci siano conseguenze pesanti sulla diplomazia internazionale". L'opposizione, però, insiste. 

Bersani: "C'è poco da ridere". 
"C'è poco da ridere  - dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - quel che emerge conferma in modo inequivocabile che il presidente del Consiglio con il suo comportamento e con le sue decisioni politiche nuoce alla reputazione dell'Italia nel mondo, con grave danno per il paese. Semmai ce ne fosse stato bisogno, è la conferma che occorre una svolta, che bisogna voltare pagina". Replica Frattini: "Non credo affatto che convenga al Pd speculare". Ma l'Idv lo bacchetta: "Il ministro non ha il senso del ridicolo ed evoca la Spectre".

Chi invece entra nel merito dei rapporto tra Berlusconi e Putin ("il premier sembra il suoportavoce" si legge nei rapporti) è Paolo Guzzanti. L'ex senatore del Pdl, da tempo in rotta di collisione con il Cavaliere ed autore di due libri sui possibili affari privati del premier in Russia parla di "una zona grigia di scambi, di regali e di affari, non soltanto tra Berlusconi e Putin, ma in un gruppo di persone che comprende Berlusconi, Putin, l'ex presidente tedesco Schroeder (oggi titolare di Gazprom Germania), il primo ministro turco Erdogan, Gheddafi naturalmente e di striscio anche il venezuelano Chavez". E anche per il finiano Carmelo Briguglio "I vertici troppo frequenti fra Berlusconi e Putin, fra Berlusconi e Gheddafi molto più frequenti degli incontri con gli alleati e con gli usa costituiscono un anomalia". 

Infine per l'Osservatore Romano i documenti pubblicati non sembrano "in grado di modificare sostanzialmente i rapporti tra gli Usa e le diverse diplomazie mondiali".

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