Rilievi tecnico-giuridici, ma non solo. Al Quirinale non è piaciuta quella sorta di palleggio di responsabilità con effetti concreti anche dal punto di vista operativo, tra presidente della regione, comuni e provincia nell'attività di raccolta e recupero dei rifiuti a Napoli. Il segnale inviato al governo è stato netto e preciso, accompagnato da una certa irritazione per come l'intera vicenda del decreto rifiuti è stata gestita. Prima l'annuncio, giovedì scorso, da parte del Consiglio dei ministri, dell'approvazione del provvedimento, di cui però non si è avuta traccia fino a lunedì, per effetto del caso politico esploso attorno alle accuse lanciate dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna alla gestione del Pdl in Campania, con tanto di annuncio di dimissioni (ora rientrate). Dulcis in fundo, il testo è giunto in bozza via mail lunedì sera e martedì finalmente nella sua versione finale. Gli uffici giuridici del Colle hanno avanzato rilievi nel merito del testo (che saranno resi noti probabilmente oggi nella loro interezza), cui i tecnici di palazzo Chigi hanno fatto fronte con il testo giunto al Quirinale nella serata di ieri. A questo punto, il nuovo testo sarà sottoposto oggi alla valutazione del presidente della Repubblica per la promulgazione.
Nel mezzo si registra la precisazione giunta dal Colle rispetto ad una versione giudicata «impropria e parziale» diffusa dalle agenzie in cui si riportava il dettaglio dei rilievi mossi dai tecnici del Quirinale, tra cui la mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche inserite nella legge 123 e l'impossibilità di assegnare le funzioni, e i poteri, di sottosegretario ai commissari che dovranno occuparsi della realizzazione dei termovalorizzatori. Il punto di fondo - dicono i collaboratori di Giorgio Napolitano - è che le osservazioni avanzate due giorni fa devono essere affrontate «nella loro globalità».
La risposta del governo ai rilievi del Colle è nella nuova versione del testo giunto ieri sera. Salta, in particolare, la norma che prorogava fino alla fine del 2011 la possibilità per le province di disporre dei poteri in deroga al testo unico sugli enti locali per assicurare «l'utile e ininterrotta attività di raccolta e recupero dei rifiuti» da parte delle amministrazioni comunali. E salta anche la norma che definiva la nuova localizzazione delle piazzole per la raccolta dei rifiuti.
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