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15 nov 2010

Da Milano «schiaffo» al Pd A sorpresa Pisapia batte Boeri

Rovesciati i pronostici. L'avvocato: con me vince la politica. Ora dobbiamo battere la Moratti

MILANO - È un terremoto e la Puglia, al confronto, è nulla. Alle primarie del centrosinistra l'avvocato Giuliano Pisapia batte l'architetto Stefano Boeri, dandogli 5 punti di distacco, e sbaraglia il Pd che lo ha sostenuto a tutti i livelli. Forte del suo impegno civico e della sua passione, Pisapia ha rovesciato i pronostici: «È la vittoria della democrazia delle primarie», ha commentato a caldo ieri sera. Poi, le lacrime e il ringraziamento ai suoi competitor (oltre a Boeri, primo a chiamare per congratularsi, il professor Valerio Onida e l'ambientalista Michele Sacerdoti) «con i quali c'è stato un leale confronto e con cui insieme dobbiamo battere la Moratti», e ai partiti che lo hanno sostenuto (Sel e Federazione della Sinistra), ma anche «al Pd che continua a essere la componente principale di un centrosinistra rigenerato, in grado di sconfiggere il centrodestra».

Giuliano Pisapia era stato il primo a scendere in campo per le primarie. «Bisogna spendersi per cercare di rendere il mondo migliore e farlo in tutti i modi in cui si può», aveva scritto sul suo sito poche ore prima del voto. Un messaggio raccolto soprattutto ascoltando Francesco, il figlio della compagna Cinzia e i sette nipoti: la squadra di ragazzi tra i 12 e i 30 anni che più di tutto e di tutti è stata decisiva sulla scelta finale.
In fondo, Pisapia aveva già sperimentato la fatica e il sacrificio che spesso ti chiede la politica: eletto deputato indipendente per Prc nel '96, il penalista ha presieduto la commissione Giustizia ed è stato rieletto nel 2001. Poteva bastare. Invece no: e così in giugno, mentre già impazzava il toto-candidati, l'avvocato per bene, con i modi gentili, ha rotto gli indugi: «Ci sono». Lo ha fatto per amore della città, spinto da tanti milanesi «stanchi di vedere Milano andare a pezzi». Una corsa continua, che lo ha sfinito anche fisicamente, ma che ha coinvolto sempre più persone. 

Partito svantaggiato rispetto a Boeri, Pisapia ha capito che poteva farcela quando ha cominciato a raccogliere messaggi di incoraggiamento di persone che da tempo avevano smesso di votare e che invece hanno accarezzato il sogno di sconfiggere il centrodestra nella terra di Berlusconi e Bossi. Poi c'è stata la sera magica, quella del 6 novembre, quando Nichi Vendola (che ieri notte ha commentato dagli Stati Uniti: «Una lezione di buona politica in un Paese sgomento») è arrivato a Milano a dichiarare stima, affetto e sostegno a Pisapia. Una sera magica, appunto, con migliaia di persone uscite dalla routine del sabato amici-cena-cinema per assieparsi al Teatro dal Verme, dentro tutto pieno all'inverosimile e fuori altre migliaia di uomini e donne, giovani e di mezza età in piedi a condividere e ribadire la voglia di cambiamento.

«Per me la politica è soprattutto servizio», ha ripetuto fino alla fine facendo tesoro degli insegnamenti della madre Margherita, cattolica e attenta ai più deboli, e del padre Giandomenico, avvocato e sostenitore del tema dei diritti. Per questo ha voluto tenere lontane le polemiche e bassi i toni, anche quando le primarie hanno avuto momenti di asprezza e tensione, anche quando alcuni dei suoi collaboratori avrebbero voluto contestare duramente l'invasione di campo del Pd, che ha mobilitato tutti, dal segretario nazionale Pierluigi Bersani alla maggioranza degli eletti nelle istituzioni, per garantire sostegno a Boeri. Pisapia, che ha precisato di essere «uomo di sinistra ma non comunista», potrebbe però faticare a raccogliere consensi moderati. Per questo, l'esito delle primarie apre le porte alla possibilità di una candidatura di centro. E il nome gettonato è sempre quello: Gabriele Albertini, che da oggi riprende incontri tra Milano e Roma.

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