I pubblici ufficiali in concorso con in figlio e lo zio del boss Bidognetti consentivano colloqui in carcere anche a persone estranee al nucleo familiare eludendo così il regime di carcere duro
Aggiravano il regime del carcere duro per permettere ai detenuti di avere colloqui anche con persone esterne al nucleo familiare. Per questo motivo la Dia di Napoli ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati al clan dei Casalesi legati a Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotto e' mezzanotte'
I provvedimenti riguardano il figlio del boss Gianluca e lo zio Michele anche lui in carcere dal 2008 assieme a due vigili urbani di Casal di Principe che avrebbero attestato false convivenze della 'fidanzatina' di Gianluca e di un'altra donna, in rapporti con l'altro figlio di Francesco Bidognetti, Agnello, in modo che queste potessero fungere da portaordini del capo del gruppo dei Casalesi, eludendo il regime ristretto.
Fondamentali per questa indagine degli uomini guidati dal capo centro Maurizio Vallone, le intercettazioni telefoniche e ambientali, comprese quelle in carcere, anche se il boss ricorreva a trucchi e mimica facciale per parlare con i familiari e presunti familiari. Nel 2008, la fazione di Bidognetti del clan stava tentando il consolidamento e un'espansione sul territorio, affidando l'operazione al gruppo di fuoco capeggiato da Giuseppe Setola che era evaso e latitante
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