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26 nov 2010

Alessandra Mussolini: “Io vajassa? Peggio, e Mara Carfagna se ne accorgerà”

I manifesti elettorali sovrapposti di Mara Carfagna e Alessandra Mussolini durante la campagna del 2008

I manifesti elettorali sovrapposti di Mara Carfagna e Alessandra Mussolini durante la campagna del 2008

“Il siluro è partito e si vedrà già oggi dove andrà a colpire”.

Dalle minacce - “t’insulto e i tuoi occhi sgranati saranno ancora più sgranati” - Alessandra Mussolini passa ai fatti e preannuncia aPanorama.it un atto politico contro la collega di partito del Pdl, nonché ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, colpevole di averle dato della “vajassa” – una serva - , in un’intervista apparsa su Il Mattino dopo la foto scattatale dalla Mussolini in Aula e che la ritraeva al fianco del capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, Italo Bocchino.
Onorevole Mussolini, se non fosse tutto vero, questa vicenda sembrerebbe il copione di un’opera tragicomica del grande Eduardo. Sarà perché siete entrambe napoletane?
Non la trovo comica, ma grave. Io ho posto una questione politica e mi è stato risposto con un insulto.

Partiamo dall dato politico: Mara Carfagna non vuole che la questione del termovalorizzatori di Napoli e Salerno sia gestita dai presidenti della provincie Luigi Cesaro ed Edmondo Cirielli. Quindi?
Quindi io mi ero avvicinata a lei per dirle: “Ma non ti vergogni di dare il termovalorizzatore a De Luca (ndr Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno) che è del Pd e ha già fallito, e non alla provincia? Poi l’ho vista agitatissima perché tutti erano contro di lei, allora lei ha chiamato Bocchino per chiedergli consiglio, come fa sempre, perché Bocchino, si sa, è il suo mentore, il suo vate.

Addirittura?
Certo! Bocchino è sempre vicino a lei, la imbocca continuamente.

E quindi lei ha pensato bene di immortalare la scena con il suo cellulare…
Esatto, una foto che documenta quanto quei due siano vicini e che io ho scattato proprio per dire basta a questo inciucio, perché va bene finché Bocchino era nel Pdl, ma adesso che è diventato peggio di Di Pietro trovo che sia grave che la Carfagna stia in amicizia con lui in questo modo quasi compulsivo.

Per questo ha spedito la foto ai giornali?
Lo voglio chiarire: la foto che circola non è quella che ho scattato io perché io non vado in giro a dare foto a nessuno.

Però Mara Carfagna se l’è presa lo stesso moltissimo…
Lei si è arrabbiata perché ha una coda di paglia lunga da qui fino a Napoli. Ma la cosa assurda è che questa, scriva questa, che mi dicono sia ministro per le Pari Opportunità, insulti una donna in tale modo.

E’ pronta a vendicarsi?
L’ho già fatto. Il siluro è partito e arriverà già oggi.

Ossia? Di che si tratta?
Nooo, non lo dico. Basterà vedere la reazione che seguirà. Aspetto quella.

Ne ha chiesto la sfiducia?
Macché sfiducia…

Intanto la Carfagna ha detto che si dimetterà sia da ministro che da deputata del Pdl il 15 dicembre, il giorno dopo aver votato la fiducia al governo Berlusconi. Lei ci crede?
Ma quando mai si dimette quella! Lei lo sa benissimo, perché gliel’ha detto Bocchino, che le dimissioni da deputata non le possiamo accogliere. Lei resta deputata e dentro a Futuro e Libertà.

Come dentro a Futuro e Libertà? Ha ripetuto in tutte le lingue che è fedele al Pdl!
Ma voi ci credete pure? Guardi che la Carfagnina è già dentro a Fli. E’ un anno che glielo dico a Berlusconi. E oggi lo avverto di nuovo: anche se questa fa retromarcia, ti ingannerà di nuovo.

Lei dice che Berlusconi è così sensibile?
Sì, Berlusconi rischia di farsi infinocchiare da questa che è già in Fli, anzi: ne è la quinta colonna. Lei piangerà ancora, perché è una piagnona, e nel frattempo sta con Bocchino. Ma degli interessi di Berlusconi non le interessa niente. Io ancora ricordo quando in campagna elettorale Berlusconi un giorno intervenne in un comizio per sostenere la sua pupilla, ringraziarla, incensarla, e mentre lui, che è il Presidente del Consiglio, e non solo il capo del Pdl, parlava, lei si è alzata e se n’è andata con Bocchino lasciandoci a tutti carichi di meraviglia. Ma se Berlusconi non l’ha ancora capito, io so bene lei chi è, con chi sta e cosa fa.

Per esempio darle della “vajassa”, della serva…

Guardi, è una parola bruttissima e offensiva. Le dico che è diventato addirittura un fatto interno alla mia famiglia. Mia madre è fuori di sé ed è stata proprio lei a dirmi che non posso non reagire. Dai giornali io non ho ricevuto nemmeno uno straccio di solidarietà, ma voglio ricordare che anche una vajasse vota, anche una donna di strada che vive nei Bassi (ndr: appartamenti a piano terra situati nei viconi dei quartieri più popolari di Napoli) vota, in quei Bassi dove lei non è stata mezza volta perché si è fatta campagna elettorale solo dentro agli alberghi.

Però è riuscita a prendere quasi 60mila voti alle scorse regionali…
Sì vabbè, te lo dico io come li ha presi quei voti: con Diodato (Pietro Diodato, consigliere regionale del Pdl in Campania) e Bocchino. Ma pensiamo a cosa sarebbe successo se fossi stata io a usare un’espressione del genere nei confronti di un’altra donna: apriti cielo! E’ per questo che ho chiesto a Fini di intervenire perché l’offesa è stata rivolta non solo a una deputata, ma anche alla presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza.

E lui?
Fini? Col cavolo che ha fatto qualcosa! E allora io che devo fare? Non reagire? Darmi della vajassa da parte sua è come il bue che dà del cornuto all’asino. E adesso voglio proprio vedere che fa.

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