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e forze Nato lasceranno l'Afghanistan entro il 2014. Il vertice Nato di Lisbona ha ufficialmente approvato la strategia di transizione che partirà all'inizio del 2011 e che ha come obiettivo la riconsegna di "tutte le province" del Paese alle forze locali entro il 2014. L'annuncio è contenuto nel documento finale della riunione Isaf svolta sabato mattina nella capitale portoghese. Previsto anche l'invio di altri 200 addestratori italiani per formare le forze di sicurezze interne del Paese mediorientale.LE CONDIZIONI -La Nato ha ribadito il sostegno al processo di riconciliazione in Afghanistan, ma ha posto tre precise condizioni. Nel documento redatto dal Patto si legge: "Continuiamo ad appoggiare gli sforzi guidati dagli afghani per riconciliare e reintegrare quei membri dell'insorgenza che rinunciano alla violenza, tagliano i legami con i terroristi e accettano la Costituzione afghana". Il testo continua poi con un richiamo al'Afghanistan sull'obbligo di rispettare "gli obblighi costituzionali, internazionali e sui diritti umani, in particolare sulle donne".
Il segretario Nato, Fogh Rasmussen, ha comunque chiarito che "le truppe internazionali riarranno anche dopo il 2014, però non con una missione di combattimento, bensì di appoggio, che comprenderà la formazione delle forze di sicurezza afghane".
IL GRAZIE DI OBAMA - Il presidente americano Barack Obama ha rigraziato Sivlio Berlusconi per l'impegno in Afghanistan. Nel suo intervento alla seconda giornata del vertice, Obama ha citato il premier italiano e il suo collega canadese, Stephen Harper. Il ringraziamento è arrivato per "la leadership italiana", e in particolare "per l'attività degli addestratori in Afghanistan". Secondo il presidente Usa, "Berlusconi e Harper stanno riuscendo a fare la differenza".
Nella sessione di venerdì il numero uno di Washington era tornato sulla guerra in Afghanistan, ribadendo che "anche quando sarà conclusa, con il passaggio delle responsabilità militari alle autorità locali, il Paese non sarà abbandonato a se stesso". Il periodo di transizione, ha specificato, dovrebbe cominciare il prossimo anno per concludersi nel 2014. Hamid Karzai, presidente afghano, è atteso sabato a Lisbona.
L'ITALIA AUMENTA GLI ADDESTRATORI - Dopo le belle parole di Obama, larisposta di Berlusconi è arrivata con i fatti: "Comunico che aumenteremo il numero dei nostri addestratori in Afghanistan di altre 200 unità, portando così il numero dei nostri uomini e donne impegnati sul terreno a 4.213". Così il premier Italiano, che ha poi indicato come "l'Italia, presente in Afghanistan sin dall'inizio della missione Isaf", ha voluto rispondere con solerzia alle richieste "del presidente Obama e dal segretario generale Nato Rasmussen sull'aumento dei nostri addestratori".
LO SCUDO - La Nato ha varato anche lo scudo antimissile e ha approvato un nuovo concetto strategico di difesa. Alla prima sessione del vertice, quella di venerdì, i leader alleati - ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obamba - hanno realizzato progressi "sostanziali" circa l'accordo per il sistema di difesa antimissili.
Il via libera è arrivato anche per la nuova "alleanza di difesa collettiva", che trasforma il Patto Atlantico in un'organizzazione di sicurezza con margini di azione a livello globale.
DIFESA ANTIMISSILE - Lo scudo, i cui dettagli tecnici sarnno discussi nei prossimi mesi (e il cui sviluppo durerà dieci anni), sarà in grado di difendere i 28 Paesi alleati dalla minaccia missilistica, considerata sempre più concreta. "Sono orgoglioso di annunciare che per la prima volta abbiamo raggiunto un accordo per sviluppare un sistema di difesa abbastanza potente da coprire tutto il territorio dei partner europei Nato", ha spiegato Obama.
SARKOZY, "DECISIONE STORICA" - Ovvio il tentativo di coinvolgere la Russia di Medvedev e Putin, fino a pochi mesi fa decisamente ostile al progetto antimissile. Mosca e Nato hanno infatti stretto un accordo per "esplorare e discutere congiuntamente la possibilità di sviluppare una cooperazione nella difesa antimissilistica territoriale". Il premier Silvio Berlusconi ha sottolineato il suo ruolo nel rinvigorire la collaborazione tra il patto atlantico e la Russia, mentre Nicolas Sarkozy ha definito "storica" la decisione della Nato di avviare unacooperazione con Mosca.
IRAN LA MINACCIA - Sarkozy sabato si è espresso esplicitamente sulla funzione dello scudo antimissile: "La minaccia è l'Iran". Anche se nessun nome figura sui documenti pubblici compilati dalla Nato, "la Francia parla chiaro, e i missili possono arrivare da Teheran: se un giorno verrà lanciato un missile contro l'Europa, è certamente auspicabile che venga intercettato", ha aggiunto.
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