Metti mi piace

3 ott 2010

Battuta e bestemmia del premier Berlusconi La condanna del mondo cattolico

Guardate il video e giudicate voi....!



Ma Fisichella: «Bisogna contestualizzare». E Rosy Bindi: «Amareggiata dall'arcivescovo»

ROMA - Dopo il silenzio e l'imbarazzo, Cei e Vaticano ieri hanno apertamente censurato il premier Berlusconi per le sue barzellette su Rosy Bindi (con bestemmia finale) e sugli ebrei. Lo hanno fatto attraverso Avvenire, quotidiano dei vescovi (con un editoriale del direttore Marco Tarquinio), e l'Osservatore romano. Una bestemmia «insopportabile», ha scritto Tarquinio, in un commento intitolato: «Un più alto dovere di sobrietà e rispetto». «Battute deplorevoli» («più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato»), che «offendono indistintamente il sentimento dei credenti e la memoria sacra di sei milioni di vittime della Shoah», ha sottolineato il giornale vaticano, in un articolo interno non firmato. La sostanza del messaggio è la stessa. «Ci mancava solo la bestemmia dentro la barzelletta del presidente. Un video - puntuale come una maledizione -, ce l'ha servita via Internet, mentre un altro video - sempre tramite web - ci ha proposto un Silvio Berlusconi che giochicchia con consunti stereotipi sugli ebrei» ha annotato Tarquinio.

STRANO TIMER - Il direttore di Avvenire non si nasconde un interrogativo sullo «strano timer che governa il rilascio mediatico - come se si trattasse di mangime per pesci o polli - di battute e gaffe private (o semipubbliche) del premier». Ma il problema principale - afferma subito dopo - «stavolta non è il timer», è «un'insopportabile bestemmia». Poi, il richiamo: «Sul capo del governo grava, inesorabile, un più alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e per Colui che non va nominato invano». Nel pomeriggio, l'Osservatorescrive delle «deplorevoli battute» nel contesto delle «nuove tensioni e polemiche» che scuotono l'Italia. E cita l'appello «tristemente attuale» fatto dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco, lunedì scorso, aggiungendo: «Fa malinconia l'illusione di risultare spiritosi o più incisivi, quando a patire le conseguenze è tutto un costume generale».

DEROGA AL II COMANDAMENTO - Critico anche monsignor Velasio De Paolis, appena scelto come commissario dei Legionari di Cristo: «Se ha bestemmiato Dio, il premier dovrebbe chiedere scusa». L'arcivescovo Rino Fisichella, invece, ha esortato alla cautela. «Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose», ha affermato, scatenando la dura reazione della Bindi: «Mi amareggia constatare che per un pastore della mia Chiesa ci sarebbero occasioni e circostanze nelle quali è possibile derogare anche dal II comandamento». «Credo che l'Italia non possa permettersi un primo ministro così» ha detto il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Ma il coordinatore pdl, Denis Verdini, minimizza: «Parolacce e bestemmie certe volte scappano». Per Rocco Buttiglione, Udc, Berlusconi esprime «uno stile di derisione di tutto e tutti, direi, diciannovista, con riferimento agli anni che precedettero l'ascesa di Mussolini». Per il presidente della Lombardia, Formigoni, il «fatto è sconveniente» ma «sono battute rubate e c'è un aspetto di strumentalizzazione fortissimo».

Nessun commento: