Metti mi piace

22 set 2010

Documento da Santo Domingo:

 

Un giornale: è lui il titolare delle società che hanno rilevato l'appartamento. Si dimette il tesoriere Pontone

Un giornale: è lui il titolare delle società che hanno rilevato l'appartamento. Si dimette il tesoriere Pontone

MILANO - Lo scrive il sito italiano Dagospia, che lo riprende nel pomeriggio dal quotidiano dominicano Listin Diario e in serata da un altro giornale, El Nacional. La notizia sarebbe questa: Giancarlo Tulliani «è il titolare della Printemps Ltd e della Timara Ltd». Così dicono i due giornali d'oltreoceano. Giancarlo Tulliani, il cognato di Gianfranco Fini da due mesi nella bufera per lo scandalo politico della casa a Montecarlo, sarebbe quindi più che legato alle due società offshore che hanno sede, appunto, a Santa Lucia, isoletta caraibica dell'arcipelago delle Piccole Antille. Ed El Nacional pubblica un documento governativo ufficiale dell'isola-Stato che dimostrerebbe il collegamento Tulliani-Printemps-Timara.

Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, in una foto d'archivio
Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, in una foto d'archivio
Si tratta della fotocopia della lettera con la quale il 16 settembre il ministro della giustizia di Santa Lucia, L. Rudolph Francis, comunica al capo del governo e ministro delle Finanze dell'isola caraibica che il beneficiario reale delle società Printemps e Timara è Giancarlo Tulliani.
A questo punto delle due l'una: o è un clamoroso falso oppure è la prova che il cognato del presidente della Camera è il regista di tutti i passaggi della casa di Montecarlo. Cioè prima la vendita da Alleanza Nazionale alla Printemps Ltd e, pochi mesi dopo, il nuovo rogito dalla Printemps alla Timara Ltd che, non a caso, ha poi dato l'appartamento in affitto proprio a Giancarlo Tulliani. Ora: se davvero le due società offshore sono di Tulliani, la Procura di Roma, che sulla questione ha aperto un fascicolo per truffa, potrebbe arrivare a indagare il cognato di Fini.

Questo probabilmente già basta e avanza a rovinare l'umore del presidente della Camera. Che però deve fronteggiare da ieri sera una nuova emergenza. Le dimissioni del tesoriere di An. «Era inevitabile» sintetizza quando sono le undici di sera il presidente del gruppo pdl al Senato Maurizio Gasparri. «Inevitabile» che il senatore di Futuro e libertà, Francesco Pontone, si dimettesse, appunto, da tesoriere del patrimonio di Alleanza Nazionale. L'ha fatto durante la riunione dei comitati di gestione e dei garanti che si occupano dell'intera eredità di An. E con lui si è dimesso Giovanni Catanzaro, uno dei due vicepresidenti (non finiano) che hanno affiancato finora Pontone. Dimissioni per adesso virtuali: perché la serata si è chiusa con un nulla di fatto. Nessuno dei due si può considerare fuori gioco, tutto è rinviato alla discussione della prossima volta. Era la prima riunione dopo lo scandalo della casa di Montecarlo per il quale la Procura romana ha sentito nei giorni scorsi un primo gruppo di testimoni. Fra loro proprio Pontone. I 300 mila euro incassati per la vendita, ha spiegato il senatore, erano la sola offerta ricevuta fino a quel momento, nel 2008. Mentre l'ex parlamentare di An, Antonino Caruso, aveva dichiarato in un'intervista (salvo poi non confermarlo in Procura) che c'era stata un'altra offerta, di gran lunga superiore. Gasparri ha commentato l'addio di Pontone come fosse già accettato: «Ci auguriamo che ci aiuti a gestire con chiarezza una fase molto delicata».

Nessun commento: