«Tutto registrato» Il quotidiano replica all'imprenditore intervistato: la sua conversazione è registrata
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Il presidente della Camera Gianfranco Fini e il direttore de |
Prima della smentita, era arrivata la replica di Fini, tramite un comunicato del suoportavoceFabrizio Alfano. Una nota durissima, dove si parla di «violenta campagna diffamatoria», di «falsità», di «offese personali», nella quale Fini passa al contrattacco: «C'è da chiedersi - si legge - per quale motivo chi ha il dovere di riscontrare la veridicità di una notizia trascuri sistematicamente di farlo. Viene quasi il dubbio che vi sia, a monte, la volontà di immettere nel circuito mediatico illazioni, sospetti e accuse». Il passaggio chiave è quello sulle sirene della polizia: «La trasferta è frutto della fantasia del signor Mereto, bastava fare un accertamento sui movimenti delle scorte». La rabbia è tanta: «Quando l'informazione viene degradata a licenza di diffondere plateali falsità e pettegolezzi per offendere un avversario politico anche sul piano personale e familiare, significa che l'inchiesta giornalistica è degenerata in volgare telenovela. Il presidente Fini non intende contribuire a scrivere le nuove puntate. Una puntuale e dettagliata ricostruzione dei fatti sarà offerta nelle sedi competenti (consiglio dell'Ordine e tribunali), dove sarà Feltri a dover fornire tutte le spiegazioni».
Il direttore del Giornale controreplica: «Le accuse di Fini sono totalmente infondate. La testimonianza non è di un Pinco Pallino, ma dell'ingegner Mereto, e non c'è motivo di sospettare che l'ingegnere non abbia detto la verità visto che si è esposto con nome e cognome. Quanto alle scorte, con le quali abbiamo una certa dimestichezza, tutti sanno che non è obbligatorio usarle». Interviene anche FareFuturo: «Feltri è il primo a non leggere gli scoop del suo giornale. Forse si vergogna, oppure coi suoi giornalisti se la sbriga con ordini di killeraggio a prescindere». Da Montecarlo, parla anche l'ambasciatore Franco Mistretta: «Tulliani venne da me per ristrutturare l'appartamento, disse che era il fratello di Elisabetta. Non ha specificato che fosse suo, ma uno poteva presumerlo: non è che si ristruttura la casa di un altro. La visita di Fini? L'avrei saputo, se me lo avesse voluto far sapere. Ma se viene privatamente non deve passare per forza da me». Nella famiglia Tulliani, adesso, ci sarebbero due linee di pensiero: chi preferisce restare zitto e chi vorrebbe, finalmente, parlare. Il papà di Ely sbatte lo sportello in faccia al cronista che lo avvicina: «Gli attacchi a mio figlio? Lasciamo stare, non m'importunate». All'ora di pranzo Fini è rientrato all'Argentario (e nel pomeriggio ha fatto la solita uscita in gommone) dove resterà fino alla fine del mese: il cofondatore del Pdl ha declinato l'invito per la festa nazionale del Pd che si terrà a Torino dal 28 agosto al 12 settembre.
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