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26 ago 2010

Berlusconi: «Estate di vecchia politica, ma vado avanti per realizzare promesse»


Il premier: «Come si può pensare di resuscitare alleanze dal collante incerto? No ad ammucchiate fuori tempo»

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
ROMA
 - «L'estate è stagione ingannevole, con il suo caldo e con le sue lunghe giornate dedicate per convenzione alle vacanze e al riposo forzato. Le aule parlamentari sono vuote, i colloqui telefonici si infittiscono tra una spiaggia e una montagna, le chiacchiere prevalgono sui fatti: tutto questo spiega come questa estate, l'estate del 2010 passerà alla storia per il ritorno alla vecchia politica del teatrino e appunto delle chiacchere». Silvio Berlusconi invia un messaggio audio ai Promotori della Libertà per illustrare il difficile quadro politico e soprattutto per ribadire i suoi sostenitori che, nonostante le fibrillazioni interne alla maggioranza, il governo va avanti. Dopo il summit con i leghisti sul Lago Maggiore, il premier rinvia (per il momento) ogni ipotesi di elezioni anticipate. Ma dichiara anche che non si può pensare, «nell'anno di grazia 2010», di resuscitare «alleanze dal collante incerto, dai programmi ancora più incerti, dalle prospettive addirittura incertissime». «Grazie al nostro ingresso in campo - continua il presidente del Consiglio - gli elettori oramai e definitivamente si sono abituati ad una chiarezza semplificativa che non potrà mai più essere abbandonata: vanno a votare sapendo in anticipo quale sarà il premier per cui indicano la loro preferenza, quale sarà l'alleanza delle forze che costituiranno il Governo e sanno soprattutto quale sarà il programma dall'inizio alla fine della legislatura». «Tornare indietro da questa conquista non è possibile - aggiunge - non si può rivoluzionare la politica facendo marcia indietro dal computer, dagli iPhone e dai BlackBerry all'abbecedario di vecchia scuola». 

I CINQUE PUNTI - «Anche oggi - aggiunge il premier - si può cogliere la fotografia di due situazioni contrapposte: da un lato, il Governo del fare; dall'altro, i politici di professione e i loro giornalisti di riferimento che discutono tra loro di ammucchiate fuori del tempo». Berlusconi rilancia il piano in cinque punti (riforma fiscale, federalismo, sicurezza, giustizia, Mezzogiorno) sul quale a settembre il governo chiederà la fiducia (un esame necessario dopo lo strappo dei finiani): secondo il presidente del Consiglio, quel piano rappresenta «una politica tutta tesa ai fatti: su quei punti e per quei punti sono stati eletti tutti i rappresentanti del Popolo della libertà che su quei punti e per quei punti saranno chiamati ad impegnarsi per portare a termine una legislatura fruttuosa e feconda di risultati positivi. Sono sicuro che questo debba avvenire ed avverrà. Tutto il resto sono soltanto chiacchiere, chiacchiere e basta». 

PROMESSE ELETTORALI - «Andiamo avanti sulla strada della novità e della semplificazione, su quella realizzazione concreta delle promesse elettorali che resta l'unico punto di aggancio vero nei confronti dei nostri elettori» continua il premier. « Abbiamo già detto quel che il Governo ha realizzato, e ha realizzato molto e molto bene, in questi due anni, a partire dalle grandi emergenze, come i rifiuti in Campania, il terremoto dell'Abruzzo, la questione Alitalia. Ha lavorato bene». E poi, conclude il premier, «la difesa delle finanze pubbliche grazie alla strategia del rigore, in contrasto con un'opposizione che pretendeva ancora di spendere e spandere e che in questo modo avrebbe portato il nostro Paese alla rovina come la Grecia. La manovra da 25 miliardi di euro, che abbiamo portato a termine senza un giorno di sciopero, ha completato l'operazione stabilizzando il bilancio pubblico».

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