Governo e Regioni si vedranno venerdì alle 11 a palazzo Chigi per confrontarsi sulla manovra. Ad annunciare l'incontro è una nota congiunta firmata dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. In cui però viene ribadita la linea tenuta finora dal governo: i saldi restano intangibili. «Non si tratta infatti di numeri casuali od arbitrari, ma di numeri che riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre la dinamica incrementale del nostro debito pubblico». L'incidenza della manovra, chiarisce ancora la nota, «è pari al 3% sugli oltre 170 miliardi di euro di competenza delle Regioni».
I margini del confronto sembrano però strettissimi. Anche perché la nota conferma l'impossibilità di accogliere la richiesta delle Regioni che vorrebbero un alleggerimento dei tagli previsti per gli enti locali. «Ciò che viene rilevato ora come squilibrio a carico dei governi locali va valutato in base a ciò che è già stato operato a carico del governo centrale (e non può essere ulteriormente incrementato). Ciò rende oggettivamente impraticabile l'ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all'altra».
Berlusconi e Tremonti ribadiscono poi il voto di fiducia anche a Montecitorio. «La manovra sarà oggetto di necessaria e responsabile richiesta di fiducia da parte del Governo, tanto al Senato quanto alla Camera, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del nostro Paese».
Oggi gli enti locali avevano nuovamente protestato contro i drastici tagli previsti dallamanovra di finanza pubblica, su cui l'esecutivo intende porre la fiducia ponendo una condizione inderogabile per la conferenza unificata prevista di domani: quella che il premier incontri Regioni, Comuni e Province o nella stessa conferenza o prima che questa si tenga.
A dettare la linea, nel corso di una conferenza unificata con Comuni e Province, era stato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. «Parteciperemo - ha detto Errani- alla conferenza unificata se avremo la garanzia della presenza del premier e così quella diventerà la sede dell'incontro che abbiamo richiesto. Diversamente parteciperemo se prima il premier ci ascolterà e ci dirà come intende affrontare i problemi che abbiamo posto, altrimenti non parteciperemo alla conferenza unificata perchè non avremo nulla da dire».L'articolo continua sotto
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