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5 lug 2010

La moglie ha un carattere forte? Allora maltrattarla non è reato

Annullata la condanna a 8 mesi per un uomo accusato di aver maltrattato la coniuge per tre anni. A determinare la decisione della Corte il fatto che la donna non risultasse 'intimorita' dalla violenza del marito. Il ministro Carfagna: "Un regalo ai violenti"

ROMA - Avere un carattere forte e non lasciarsi intimorire dall'atteggiamento violento del marito potrebbe costare, alle mogli vittime di maltrattamenti, l'assoluzione del consorte. La Cassazione, infatti, ha annullato la condanna a 8 mesi di reclusione nei confronti di un marito accusato di aver maltrattato la moglie per tre anni. Dinanzi alla Suprema Corte l'uomo ha sostenuto con successo che non si trattava di maltrattamenti in quanto la moglie "non era per nulla intimorita" dal comportamento del coniuge, ma solo "scossa, esasperata, molto carica emotivamente". Una sentenza che, secondo il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, "è un regalo ai violenti"

L'uomo, residente a Livigno, era stato condannato, con la concessione delle attenuanti, sia dal Tribunale di Sondrio che dalla Corte d'Appello di Milano, che avevano accolto le lamentele della moglie. Una condanna percepita come eccessiva dal marito che si è rivolto alla Cassazione, sostenendo che gli stessi giudici di Appello avevano rilevato come la moglie avesse un "carattere forte" e che dunque non era affatto intimorita dal suo atteggiamento. In sostanza, la tesi difensiva si è basata sul fatto che i giudici "hanno scambiato per sopraffazione un semplice clima di tensione" tra coniugi.

La Cassazione - con la sentenza 25138 - ha dato dunque ragione al marito, rilevando che non si può considerare come "condotta vessatoria" l'atteggiamento aggressivo non caratterizzato da "abitualità". I fatti "incriminati" in questa vicenda - prosegue la Cassazione - "appaiono risolversi in alcuni limitati episodi di ingiurie, minacce e percosse nell'arco di tre anni (per i quali la moglie ha rimesso la querela), che non rendono di per sé integrato il connotato di abitualità della condotta di sopraffazione". Così la condanna a 8 mesi è stata annullata "perché il fatto non sussiste".

"In un momento in cui la violenza sulle donne affolla le cronache nere dei giornali, non posso che dirmi amareggiata di fronte a questo caso di vera e propria miopia da parte dei giudici della Cassazione", ha detto il ministro Carfagna. "La violenza, la volontà sopraffattrice come è stata definita dai giudici, non pesa più o meno a seconda del carattere della vittima. Relativizzare la violenza", conclude il ministro, "vuol dire armare il violento".

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