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8 lug 2010

Berlusconi sulla manovra «Se non passa andiamo a casa»

Il premier: «La fiducia un atto di coraggio». E difende il ddl intercettazioni: «È una legge sacrosanta

Silvio Berlusconi (PhotoMasi)
Silvio Berlusconi (PhotoMasi)
MILANO - La manovra, il ddl intercettazioni, i dissapori all'interno del Pdl, la ricostruzione all'Aquila e le proteste: è un intervento a tutto campo quello di Silvio Berlusconi. Di fronte alle telecamere di Studio Aperto, il premier difende in primo luogo la scelta dell'esecutivo di ricorrere alla fiducia sul provvedimento economico. «È stato un atto di coraggio. Se il governo dovesse andare sotto andiamo a casa» ha detto il presidente del Consiglio. Difendendo anche, alla vigilia della giornata del silenzio indetta dalla Fnsi, il ddl sulle intercettazioni. «È una legge sacrosanta» ha sottolineato Berlusconi. «Ricalca - ha aggiunto - un altro disegno di legge approvato con una maggioranza bulgara nel 2007 quando al governo c'era la sinistra». Allora, ha spiegato ancora il presidente del Consiglio, «nessuno allora parlò di legge bavaglio, di oltraggio alla libertà e alla democrazia, ma per la sinistra democrazia e libertà esistono solo quando al governo ci sono loro».

STOCCATA A FINI - Di fronte alla ipotesi di un 'predellino 2', alla luce degli ultimi dissapori con il cofondatore del Pdl Gianfranco Fini, la posizione del Cavaliere è netta: «Ho in mente di continuare a governare e di andare avanti con passione determinazione e slancio e chi nel Pdl dovesse dissentire da questo impegno assoluto e morale dovrebbe prendere atto di non essere più in sintonia con i nostri elettori», ha spiegato, lanciando una stoccata al presidente della Camera e sottolineando anche di aver fondato il Popolo della Libertà «per mettere insieme tutti i partiti del centrodestra e tutti gli italiani che non si riconoscono nella sinistra ed anche per modernizzare la politica italiana. Questo gli italiani lo hanno capito - è la precisazione del presidente del Consiglio - visto che abbiamo vinto tutte le elezioni a cui il nostro movimento ha partecipato dalla sua fondazione». A questo proposito, il Cavaliere ha anche citato gli ultimi sondaggio che lo riguardano: «Il gradimento del presidente del Consiglio al 63%, un record in Europa. Questo conferma che il popolo dei moderati resta convinto che la linea intrapresa è stata quella giusta».

TERREMOTO - Quanto, infine, alla protesta degli aquilani a Roma e ai disordini, il capo del governo ha spiegato di non aver ancora visto il resoconto delle forze dell'ordine ma, ha aggiunto, «mi pare che ci sia stata molta strumentalizzazione. Noi abbiamo fatto come governo un intervento immediato ed efficace dopo il terremoto». Sulla ricostruzione, Berlusconi non ha dubbi: «Spetta agli enti locali, al comune e alla regione. Il governo doveva dare i finanziamenti, cosa che è stata fatta finora». Per il Cavaliere, l'esecutivo a l'Aquila «ha fatto il miracolo per come è intervenuto subito dopo il terremoto, come nessun altro paese è riuscito a fare dopo una catastrofe naturale. In meno di 10 mesi abbiamo dato una casa a chi l'aveva persa».

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