C'È CHI CHIEDE UN PASSO INDIETRO A BRANCHER. LUI: «NON SO DA DOVE ARRIVI LA NOTIZIA»
Pdl, aria di crisi: "Stop scontri o divisione"
Il premier: «Da lunedì prendo in mano manovra, intercettazioni e giustizia» E accusa Fini di tradimento
MILANO - «Sono tornato e adesso mi trovo qui, con una situazione italiana che mi pare non precisamente tranquilla». Dopo le visite a Toronto, in Brasile e a Panama Silvio Berlusconi - intervistato dal Tg1 - garantisce: «Da lunedì prenderò decisamente in mano tutti i titoli che sono sul tavolo, dalla manovra finanziaria alla legge sulle intercettazioni, alla riforma della giustizia. Come dicono a Milano, "ghe pensi mi", da lunedì tutte queste cose andranno a buon fine». Il premier è poi apparso al Tg5 e ha ribadito di volontà di prendere in pugno le questioni aperte: «Quando faccio una cosa la faccio fino in fondo e con grande determinazione, con risultati concreti». Berlusconi non si è negato neppure ai microfoni del Gr1 e ha parlato del rischio di spaccature nella maggioranza: «Se qualcuno pensa che le correnti possano provocare un raffreddore, in questo caso io sono certo di evitarlo - ha detto nell'intervista che va in onda sabato mattina -. Ho trovato un po' di ebollizione a casa, ma prenderò in mano la situazione con tutti i titoli dell'agenda politica e anche i temi che riguardano i temi delle correnti dei partiti».
LO SCONTRO - Poi però, nel chiuso delle stanze e circondato dai suoi uomini più fedeli, Berlusconi si sarebbe sfogato contro la minoranza del partito e in particolare con Gianfranco Fini a cui avrebbe dato del traditore. Il premier avrebbe usato parole pesanti all'indirizzo del presidente della Camera, accusato anche di atteggiamenti folli. Ma al di là delle espressioni colorite, il dato politico è che ormai nel Pdl nessuno esclude una rottura. Anche in tempi brevi, se è vero che un ufficio di presidenza potrebbe essere convocato già la prossima settimana.
PD: GRAVISSIMO - Intanto le apparizioni a raffica del premier fanno infuriare il Pd, che fa appello alla Vigilanza. «Quello che è successo con la "berlusconeide" a reti unificate è talmente più grave della già consueta faziosità che richiede un pronunciamento urgentissimo dell'autorità competente a vigilare sul settore - afferma il senatore Vincenzo Vita, componente della commissione di Vigilanza Rai -. Per l'ennesima volta Berlusconi ha superato ogni limite». E la presidente dei democratici Rosy Bindi attacca: «Gli italiani sanno chi li governa malamente da due anni e a Berlusconi non basterà una intervista ai tg per recuperare le figuracce di queste settimane».
SCONTRO - All'interno del Pdl va avanti lo scontro tra la maggioranza berlusconiana e l'area finiana. «Al punto in cui siamo, in un lasso ragionevole di tempo, o si definiscono in modo serio i termini di una convivenza fondata su atteggiamenti positivi e costruttivi, oppure sarà più ragionevole definire una separazione consensuale». È Fabrizio Cicchitto ad affermarlo nella nota in cui il presidente dei deputati Pdl lamenta che «c'è qualcuno che ha preso come modello la litigiosità del Pd e cerca di importarla all'interno del centrodestra, dimenticando che essa è stata una delle ragioni delle ripetute sconfitte del centrosinistra. Anzi - rincara - c'è chi sembra credere che la permanente rissa verbale sia la quintessenza della democrazia interna. D'ora in avanti ci dovremo concentrare sul sostegno all'iniziativa politica e di governo di Berlusconi».
BOCCHINO - Dai finiani arriva un commento positivo al "ghe pensi mi" del premier. «La notizia che il presidente Berlusconi in persona prenderà in mano l'agenda delle questioni spinose di cui si sta dibattendo è positiva e ci rende ottimisti circa l'accoglimento delle nostre proposte di modifica sulle intercettazioni e sulla manovra» afferma in una nota Italo Bocchino, che però chiarisce: «Quanto alla proposta di Cicchitto relativa all'ipotesi di una separazione consensuale l'unica cosa certa è che mai e poi mai lasceremo il partito politico che abbiamo immaginato prima di altri e costruito con passione ed entusiasmo conferendogli un grande patrimonio storico, politico, culturale, di classe dirigente e di elettori».
BRANCHER - Anche il caso Brancher continua a creare dibattito all'interno della maggioranza e nel Pdl è in corso una riflessione sul suo ruolo nel governo. L'obiettivo è evitare il voto di sfiducia richiesto da Pd e Idv e in calendario l'8 luglio alla Camera. Ed è per questo motivo che il partito potrebbe chiedere al neo ministro del Decentramento di fare un passo indietro, oppure potrebbe essere lo stesso Brancher a decidere in tal senso. Questi ha incontrato Berlusconi e lo vedrà ancora domenica. «C'è una riflessione in atto, qualcosa potrebbe succedere. Non è stata presa ancora nessuna decisione» sottolineano fonti parlamentari di via dell'Umiltà.
«MAI PARLATO DI PASSO INDIETRO» - Da Brancher arriva una netta smentita dell'ipotesi di dimissioni: «Non ho mai parlato di passo indietro non so da dove arrivi la notizia - ha detto di ritorno dall'incontro con il premier -. Verificherò da quali fonti del Pdl è venuta fuori questa storia». Quindi ha confermato la sua presenza all'udienza del processo che lo vede imputato con la moglie: «Non so perché dovrei rimangiarmi quello che ho detto». E sul colloquio con il premier ha affermato semplicemente: «È andato molto bene. È stato un incontro durato un'ora e un quarto: un dialogo completo, abbiamo parlato di tutto».
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