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1 giu 2010

Sarà Sarmi il successore di Scajola al ministero dello sviluppo economico


Sarà Massimo Sarmi il prossimo ministro per lo Sviluppo economico. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, raccontano a palazzo Grazioli, ha riflettuto a lungo prima di decidere il nome del successore di Claudio Scajola a via Veneto: niente da fare per Luca Cordero di Montezemolo, l'ex presidente della Fiat che in ambienti governativi era definito «sempre papabile» per quel dicastero, nome che però, secondo quanto dicono in Confindustria, avrebbe incontrato la forte ostilità del numero uno degli imprenditori Emma Marcegaglia (e lei stessa all'Auditorium era stata oggetto di un tentativo di un seduzione ministeriale da parte del premier, anticipato fin nei dettagli da ItaliaOggi). Alla fine il prescelto è l'amministratore delegato di Poste italiane, in carica dal 2002. Ormai giunto al termine del mandato manageriale, Sarmi potrà coronare la sua carriera con un incarico ministeriale che a Berlusconi servirà anche per ricucire i rapporti con il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, ovvero l'esponente politico al quale l'ad di Poste è sempre stato fedele (arrivò a conquistare la poltrona di Corrado Passera anche grazie al sostegno di Alleanza nazionale, oltre che per la sua professionalità). La nomina, a suo tempo, era stata apprezzata dall'allora ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che definì Sarmi una «persona competente, capace e con un curriculum di alto profilo». E la carta d'identità del manager riesce a far trovare la cosiddetta quadra pure all'interno della maggioranza governativa, perché anagraficamente Sarmi è nato in Veneto, in provincia di Verona, a Malcesine, permettendo di soddisfare anche la Lega di Umberto Bossi e, soprattutto, di Luca Zaia e Flavio Tosi (rispettivamente, governatore del Veneto e sindaco di Verona). Per quanto riguarda Poste italiane, invece, ancora non è stato deciso nulla circa il nome del successore di Sarmi. Intanto, il gruppo sta lavorando sodo in vista della liberalizzazione del mercato postale, prevista per il primo gennaio 2011. Avendo anche un ministro «amico» a palazzo Chigi_ © Riproduzione riservata


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