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2 giu 2010

La telefonata di Berlusconi a Ballarò

"Ho in mano il sondaggio di Euromedia, in cui il presidente del Consiglio ha il 62% di apprezzamento da parte degli italiani e il mio governo, unico governo che in Europa ha vinto le elezioni del medio termine, è vicino al 50%". Queste le parole di Berlusconi nella telefonata a Ballarò, in diretta su Raitre. Berlusconi è intervenuto dopo le parole del vicedirettore di Repubblica Giannini che aveva ricodato alcune affermazioni del Premier sull'evasione fiscale: "Evadere in Italia è inevitabile".

La manovra economica al centro di Ballarò, ieri sera, con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti come ospite principale per spiegare misure e ragioni di un decreto legge così importante. Ma sulla questione dell'evasione fiscale il giornalista di Repubblica Massimo Giannini chiama in causa il premier Silvio Berlusconi ricordando come durante il governo Prodi, il cavaliere giustificava l'evasione a fronte di una pressione fiscale troppo alta. A sorpresa, è arrivata una telefonata in diretta di Berlusconi che ha attaccato il giornalista («Non è accettabile sentire in una Tv di Stato certe menzogne») e ha replicato anche sui sondaggi mostrati: «Il mio gradimento è al 62% e quello del governo è vicino al 50%.

La telefonata del premier infuriato che riattacca.«Non c'è mai stato da parte mia il sostegno all'evasione fiscale», ha scandito il premier al telefono sottolineando che queste «sono menzogne assolute e con questa manovra - ha aggiunto - si fanno passi avanti». Il premier non lascia il tempo alle repliche. E il conduttore Giovanni Floris prende la parola: «Quello che non è accettabile in una tv di stato è che si inizi un dialogo e poi si insulti buttando giù il telefono prima che arrivi la risposta». A stretto giro di posta interviene l'Idv di Di Pietro per criticare l'intervento televisivo del presidente del Consiglio definendolo criminogeno.

Tremonti spiega la manovra (e giustifica gli errori). La serata era cominciata con la copertina di Maurizio Crozza che aveva salutato Tremonti come il capo del governo. Ma il ministro, parlando delle iniziative anti-crisi in Europa, ha sottolineato «il ruolo decisivo» del premier italiano «che non sono io». E ancora: «Il governo ha dimostrato con la manovra grande coesione», ha detto, e bolla gli «scazzi» come roba senza interesse. Tremonti ha parlato di tagli, lotta all'evasione, province. Ha fatto anche un 'mea culpa' sugli enti culturali che dovevano essere soppressi. «Ho fatto un errore, avevo mandato quell'elenco a Palazzo Chigi, pensavo che fosse condiviso». E comunque su «un provvedimento così importante con oltre 50 articoli e fatto in così poco tempo possono anche esserci uno, due, tre errori». Scherzando ha aggiunto: «Pagherò lo sgarbo a Bondi facendo lezioni alla scuola del partito». Sulla sanatoria dei cosiddetti immobili 'fantasma', Tremonti ha spiegato che è «l'opposto di un condono» perché su due milioni di case sconosciute al catasto «non si pagavano le tasse e invece si pagheranno». Il ministro ha quindi sottolineato l'importanza delle norme sulla lotta all'evasione chiarendo che si tratta di «cose mai fatte né dalla sinistra né dalla destra»

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