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11 giu 2010

La gaffe di Ségolène Royal: cita un personaggio inventato su Wikipedia

Affascinata dalla storia di Léon-Robert de L'Astran, naturalista del Settecento. Ma non è mai esistito

Ségolène Royal (Afp)
Ségolène Royal (Afp)
«Era una storia così bella...», è la addolorata frase di scuse. E in effetti vita e opere di Léon-Robert de L'Astran sembravano perfette per commemorare la giornata nazionale contro lo schiavismo, il 10 maggio scorso: secondo la voce su Wikipedia usata da Ségolène Royal per una appassionata nota su Facebook, Léon Robert de L'Astran, nato il 20 gennaio 1767 a La Rochelle e morto il 7 aprile 1861 nello stesso porto del Poitou-Charentes, fu un naturalista ed erudito che viaggiò spesso nelle Americhe, e una volta pure con La Fayette. Grande umanista e figlio di René-Charles de l'Astran-Rochambault-d'Hoyen, armatore che aveva fatto fortuna importando cacao dalla Guinea equatoriale, Léon Robert de L'Astran si oppose fermamente alla tratta degli schiavi e rifiutò di usare le navi ereditate dal padre per quel turpe scopo: cacao sì, esseri umani no.

Una storia bella, credibile perché ricca di dettagli, oltretutto radicata proprio nella regione del Poitou-Charentes presieduta dall'esponente socialista. Ma una storia completamente falsa. La Royal è finita vittima di una bufala su Internet, tradita da uno studente che nel 2007 ha creato su Wikipedia il personaggio di Léon Robert de L'Astran. Da allora il gioco del «taglia e incolla» ha portato il nostro nobile e inesistente eroe anche sul sito dei «Relais et Châteaux de France», l'associazione di alberghi che propone tuttora un suggestivo itinerario «route de l'Astran» nei dintorni de La Rochelle. Dopo la sortita della Royal, gli storici Jean-Louis Mahé e Jacques de Cauna sono però intervenuti per assicurare che in nessun atto amministrativo e in nessun registro c'è traccia di Léon Robert. Per la Royal una gaffe spiacevole, ma tutto sommato meno grave delle precedenti commesse — senza lo zampino di Internet — negli anni scorsi: tra le altre, una lode alla «rapidità» della giustizia cinese, leader in condanne a morte, e l'auspicio più o meno scherzoso che la Corsica dichiari l'indipendenza dalla Francia.Con Léon Robert de L'Astran, si allunga la serie di trappole riuscite: dai giornali britannici che il giorno della morte del compositore Maurice Jarre copiarono da Wikipedia una «sua» frase inventata da uno studente irlandese, a Bernard-Henri Lévy, che ha citato in un libro l'inesistente filosofo Botul, al falso sito del leader serbo-bosniaco Karadzic nei panni di un guru new age, a Bruce Toussaint, conduttore della rete tv francese Canal+, che nel febbraio scorso diede con tono grave la notizia — inventata, ma lui non lo sapeva — che la Romania aveva sbagliato di qualche migliaio di chilometri l'invio di truppe in aiuto ai terremotati, per colpa di una T di troppo: Tahiti invece che Haiti.

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