Polemica per l'iniziativa in tre centri olandesi. Un modo di risparmiare sul welfare con metodi da reality
Il sito "Mens & Relatie" |
Considerazione italiota: varrebbe la pena, a essere una frisona non sposata e senza lavoro, di fingere di non avere un fidanzato e approfittare dei trattamenti. Considerazione stremata: molti decenni di conquiste femminili, certe volte, paiono passati invano. Considerazione preoccupatissima: si spera che, in tempi di recessione e manovra lacrime e sangue, nessun nostro Comune cerchi di copiare l'idea.
Pensateci, pensate cosa potrebbe succedere in Italia. Come minimo, scoppierebbero tante Bellezzopoli. I makeover delle disoccupate verrebbero appaltati a beauty center di morose degli assessori. Signore raccomandate e impiegate in nero approfitterebbero del pacchetto per aggredire la cellulite. Nascerebbero cricche di proprietari di agenzie matrimoniali e consiglieri comunali. Aumenterebbero gli autovelox per pagare le pulizie del viso con le multe. Meglio lasciar perdere, che i soldi non ci sono.
Senza farsi convincere da Raboud Visser, direttore di Mens & Relatie, l'agenzia sposa-disoccupate ingaggiata per piazzare le frisone. Dice Visser: «Il sussidio di disoccupazione costa ai comuni 650 euro al mese. Noi veniamo pagati 650 euro una tantum». Morale, se la disoccupata trova un lavoro o un marito commercialista, i comuni risparmieranno moltissimo. Insomma, risparmierebbero. Il programma è stato momentaneamente congelato causa proteste; è stato giudicato un inutile e poco etico sperpero di denaro pubblico.
Anche se, insiste Visser, sarebbe il contrario: «Sappiamo dalle statistiche che chi è in una relazione stabile guadagna di più, è più felice e più sano. E costa molto meno alla sanità pubblica. In Frisia hanno pensato di risparmiare aiutando quelle che vivono di welfare a trovare un bel marito«. Men & Relatie vanta un bel 75 per cento di successi nella ricerca di partner stabili. Gli amministratori frisoni-berlusconi che hanno avuto l'idea dicono che il programma è aperto – anche - ai disoccupati uomini. In fondo, suggerisce Visser, «un colloquio di lavoro o un incontro con un possibile partner sono quasi lo stesso. Bisogna avere un bell'aspetto e dire le cose giuste». Come smentirlo, ha ragione. Ha ragione, ma la commistione pubblico-privato del caso frisone resta inquietante. È inquietante che una pubblica amministrazione decida di risparmiare sul welfare con metodi da reality. È deprimente l'idea di equiparare un marito che mantiene a un datore di lavoro che stipendia. Alla fine, Berlusconi o non Berlusconi, l'iniziativa olandese non fa neanche tanto ridere. Peccato per i trattamenti estetici, però.
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